Il male antico
Non c’è primavera , né fiore, né gemma.
Sopra la linea degli alberi
solo rondini brulicanti che risalgono lungo i rami
intimamente angeli dietro la materia.
Recano scritto in volto l’essere o il niente
un’agonia che non ha eco
non lievita in amore
non s’illumina.
Tra morte e immortalità
soffrono l’angoscia tutte insieme e indistintamente.
Nell’istante della loro crocifissione
il tempo si disorienta nel tempo.
Oh storia umana! Mostrati, non startene nascosta.
Le loro voci ci parlano
e quel dolore sanguinoso brucia sulle nostre coscienze.Ci accompagnano dove il sole muore
nella sua profonda dolienzia
Il male è antico
s’infuoca dalle originie arriva nella notte con un’unica colpa.
Sono solo bambine sbriciolate nel loro candore
alla foce dove il fiume non è più fiume.
Piccoli alvei senza più corrente
defluviati e smarriti nelle anse con le acque recise, avidamente ingoiate.
Ma la pioggia verrà
verrà in quei piccoli stagni e l’onda le riprenderà con sé.
Si rialzeranno dalla caduta e dallo squarcio
e saranno spere di opacità e di luce.
La primavera sarà già nell’aria
con la sua verdissima tormentae noi tutti forse, saremo più umani nel più concavo del nome
uniti
nel difendere ogni sussulto
ogni impercettibile battito d’ala
di ogni piccolo nuovo nido che non muore.
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