E di notte lucean a me le stelle
Oh meraviglia in terra
il mio disir dipinto e
le sue stelle!
Diego
Ortiz (Toledo, 1510 –
Napoli, 1570) è stato un compositore, musicologo e gambista spagnolo del XVI
secolo. Si conosce molto poco della sua vita e si ignorano le data ed il luogo
preciso della suamorte. Sappiamo comunque che nacque a Toledo intorno al 1510 e
probabilmente morì a Napoli circa nel 1570. Nel 1553 visse nel Viceregno di
Napoli e cinque anni più tardi, nel 1558, assume le funzioni di maestro di
cappella nella cappella napoletana del Viceré. Il 10 dicembre 1553 pubblicò a
Roma il Tractado de Glosas che contiene vari brani per viola da gamba con
accompagnamento di clavicembalo; si tratta di elaborazioni su alcune melodie e
composizioni note all’epoca; questa opera ha grande importanza per lo sviluppo
della musica strumentale. Pubblicò successivamente, sempre in Italia, questa
volta a Venezia, una raccolta di brani polifonici sacri. Il mio
incontro con questo compositore spagnolo è avvenuto qualche tempo fa, dopo aver
letto una storia bellissima scritta dal maestro Marco Mencoboni, mio amico. Clavicembalista, organista e direttore d’orchestra, Marco Mencoboni nasce
nel 1961 a Macerata. E’ una delle personalità musicali di spicco per
l’interpretazione della musica rinascimentale e barocca. Ha studiato con
Umberto Pineschi, Ton Koopman, Jesper Christensen e Gustav Leonhardt. Ha
dedicato anni alla definizione del repertorio musicale antico delle Marche e
grazie al suo lavoro è affiorato un mondo musicale di grande valore fino a
pochi anni fa completamente sconosciuto. È presente come solista e come
direttore del suo complesso nei più importanti festival internazionali. Ha
vinto numerosi premi e riconoscimenti e il Metropolitan Museum di New
York gli ha commissionato un importante progetto di restituzione
musicale. È direttore artistico del Festival Cantar Lontano che si tiene
ogni anno ad Ancona, nelle Marche.
Al suo
incessante lavoro dobbiamo la riscoperta e rivalutazione del cantar lontano,
una incredibile antica prassi vocale che si realizzava disponendo i cantori
nello spazio, non veduti, all’imitazione di tanti cori. Richiesto come
direttore nei festival internazionali del settore, unisce alle doti di
musicista quelle di narratore scrivendo storie di fantasia per la rivista
Franco Maria Ricci. Ha collaborato con Jordi Saval, Max van Egmond, Gabriel
Garrigo, Toni Servillo, Olivia Williams, Luis Miguel Cintra. Nel 2007 ha
realizzato il suo primo cortometraggio dal titolo Looking for Vicky. La
storia che Marco Mencoboni scrive, viene letta magistralmente da Toni
Servillo.
E ogni notte
lucean a me le stelle sulla conca del mar
in quell’acque
chete ov’io sentìa passar l’anima mia che più gradìa
nel mentre movea
l’ali nell’universo con infinito eccesso
e a rimembrar sì
bella image, il cor ancor mi si smarrìa.
In sì miracol
loco m’allumai
e al dolce suon
de la viola d’arco sì subito fui tratto.
Così manifesta
mi fu cotal’ondeggiar d’armonia che spazia
che il pensier
ancor mi triema e nesun cibo sazia.
Oh meraviglia in
terra, il mio disir dipinto e le sue stelle!
E il sangue mio
si fece cielo al suono de le sfere ch’e venìa
sì che de li
miei occhi ancor’io il traggi quell’eterno spiro
che di foco vivo
s’accendea più in viso.
Maraviglia!
D’ogni parte uscian faville vive come schiera d’ape
e risalìan per
l’alto co’ le penne sparte di mille angeli festanti
dritti nel lume
de la Madonna volta ver’me sì lieta come bella
ne l’etterna luce
che infiorava al trasvolar di tutti li altri santi.
Quand’ecco che
una sera all’ombra di Castel dell’Ovo che parea più vaga
vegg’io dal
punto certo ch’avea scoverto disteso un tale
che da sì subita
distanza trascolorava all’incendio de le stelle
e ardea d’un
riso d’amor che più assai sonò ne le sue guance .
Sùbito sì com’io m’accorsi la spada gli mostrai
sì che costui all’atto mio distinto fu subito sbandito
mi si dirizzò diparte senza alcuna giunta
e trasmutò sembiante pria che la milizia mi s’appunta.
La vittima si scosse sì tanto che il cor l’addiventò vivo
topazio
e pria ch’io parlassi, si fece in vista senza indugio
mi parlò di lei che ‘nfiora il ciel di stelle col suo canto
e di ogni cor che germoglia pieno d’amor di quella gloria
santa.
<<De l’essenza di cotal bellezza da lei l’occhio non
parte
chè ogni cosa ella raggia e più ‘nsapora.>> il sognator
dicea.
Il suo nome è Camilla Esposito......
( tratto da L'incendio dell'amore di Antonetta Carrabs La vita Felice ediz 2017)
( tratto da L'incendio dell'amore di Antonetta Carrabs La vita Felice ediz 2017)
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