PREMIO LETTERARIO ISABELLA MORRA Xediz. 2020


Primo classificato Valentino Fossati

I testi fanno parte di un poemetto il che li valorizza come elementi di una struttura più ampia e articolata e colpiscono per una davvero insolita qualità formale, ricca di una particolare sapienza ritmica. Qui il ritmo è doppiamente e simultaneamente presente sia sul piano metrico fonico sia su quello visuale, il che non è maestria da poco. Le pagine hanno un loro impatto visuale, grafico che inserisce le parole nella dimensione dello spazio, inoltrandosi in varie direzioni nel bianco silenzio della pagina e facendole apparire come squarci, o balenanti spiragli di questo silenzio: un tipo di ricerca che ci richiama alla memoria certe composizioni di Luzi o del poeta francese Edmond Jabès. Mentre la valenza fonica dei versi segue, al di là delle spezzature, dei vuoti e delle forme ellittiche, un suo movimento in qualche modo cantilenante, sottolineato dalle rime e dalle assonanze, anch’esse sapienti, che, valendosi delle numerose immagini ossimoriche, situa questi testi in una dimensione in qualche modo rarefatta e immobile in cui il passato e il presente vengono posti sullo stesso piano. Questo contribuisce a dare ai testi di Valentino Fossati un particolare sapore onirico, simboleggiato dalla neve, che tuttavia, lacerato da improvvise trafitture, diventa espressionismo surreale, nell’accezione questa volta di una neve-morte. (Donatella Bisutti)

Giorno d’Avvento

I figli caduti poco prima delle madri solo ora troveranno la quiete se ritorni poi, se non ritorni traversando le luci sbilenche (già dicembre) il cancello, i corridoi, le stanze bluastre di là, sempre il desiderio nostro. Ho percorso l’Aurelia in un giorno d’Avvento tra Finale e Spotorno, per sollevarti dalla tormenta quando il tunnel è breve (dove i vicoli le stagioni bianche, il viaggio di nozze la prima comunione …) … Ad un soffio dal dirti cos’è – davvero – precipitare nel sogno dopo l’amore infinito consegnarti alla neve

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