Triste è l’oggi
l’aria sfiorisce imbrunando la notte appesa ai rami molli di pioggia
fra i sensi che s’adunano negli occhi deserti del silenzio
granuli di pensiero che ammutiscono
nel rimembrare questo mio mondo che appare.
E io come giunco sottile attingo nel ricordo
la mia sete che nell’aria più pallida s’è fatta.
Il mio tormento mai non verna fra le braccia lente del giorno
che al primo vento della sera liscia piano la mia terra
mentre inciampo a strappi fra straducole di tempo
dove branchi di uccelli a fiotti s’abbattono nell’aria .
Poi riprendo il fiume e il luogo sotto i vecchi casamenti
ascolto i miei passi sulla ghiaia mentre guardo il volo che si snida nell’aria
a poco a poco, come sciame fuori dal suo nido.
Gennaio 2022
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