Gabriele D’Annunzio, 160 anni dalla nascita
Nel 1883, a soli vent’anni, la fuga d’amore per un matrimonio riparatore con Maria Hardouin dei duchi di Gallese. “Rapitore di una duchessina” così lo definirono le cronache del tempo. Sei mesi dopo il matrimonio, nacque Mario, poi Gabriellino. Il matrimonio fu molto doloroso a causa dei continui tradimenti del poeta, non ultimo quello con la duchessa Natalia, madre della sua sposa. Nel 1887 perse la testa per Elvira Natalia Fraternali, sposata Leoni, che chiama "Barbara"; con lei decide di convivere a Venezia, mentre a Roma la moglie Maria di Gallese darà alla luce il suo terzogenito, Veniero. Conobbe Barbara Leoni a un concerto, presso il circolo artistico di via Margutta. Sembra che la bella Barbara fosse assediata da un gran numero di ammiratori: era bella, bruna, con due occhi grandi neri, magra, pallida, colta e sensibile. L’incontro con la Leoni valse a sottrarlo, almeno in parte, al disordine sessuale e sentimentale in cui si dibatteva. Si baciarono per la prima volta «inginocchiati contro le grate» del chiostro dei Santi Vincenzo e Anastasio, «su la piazza del Fontanone». I giochi erotici cui i due amanti, entrambi nel fiore degli anni, venticinque lei e ventiquattro lui, si abbandonarono durante tutto l’arco della loro storia, furono puntualmente rievocati da D’Annunzio nel meraviglioso epistolario d’amore, spesso censurato nelle sue parti più spinte. Il sesso, come avrebbe scritto molti anni dopo, era il vero «levame della sua arte». Nacquero in quei mesi le prime <Elegie romane>, la raccolta poetica frutto della nuova relazione amorosa. L'anno successivo sarà a Francavilla al Mare, ospite dell'amico Francesco Paolo Michetti, per la stesura del romanzo "II piacere". Nel 1890 decide di separarsi dalla moglie Maria che per il dispiacere tenta il suicidio. Intanto nel 1892, dopo una scappatella con la giornalista Olga Ossani, conosce Maria Gravina. Lascia "Barbara" e si unisce alla nuova amante che darà alla luce una bambina che chiameranno Renata.
L’anno successivo incontrerà a Venezia Eleonora Duse, alla quale resterà profondamente legato fino al 1904. Si separa dalla Gravina. Dal 1899, per qualche anno, viaggerà molto visitando l'Egitto, la Grecia, Palermo, Vienna e poi la Germania. Eleonora Duse spese ingenti somme di denaro per mantenerlo nella speranza vana di averlo accanto. Il Vate l'abbandonerà per innamorarsi di Alessandra di Rudini, figlia del presidente del Consiglio, divorziata con due figli, che chiamerà "Nike". Nel 1906 conoscerà Giuseppina Giorni Mancini la “Giousini o Amaranta” così come amava chiamarla: per lei abbandonerà definitivamente Alessandra di Rudini. Si innamorerà poi della russa Natalia di Giulobeff, per lui “Donatella”. Incominciano intanto i guai finanziari. Nel 1910, insieme alla sua amante, è costretto a fuggire in Francia: sarà prima a Parigi e poi ad Arcachon, inseguito dai creditori. A Parigi ebbe come amante la sua governante Amelie Mazzoyer e contemporaneamente la Marchesa Maria Luisa Casati Stampa. Frequenterà assiduamente la pittrice americana Romaine Goddard Brooks, soprannominata Cinerina, ricchissima e lesbica, autrice di alcuni suoi ritratti. La sua raffinata sensibilità, quasi femminile, l’abilità della parola e il tono della voce avevano sulle donne un grande potere seduttivo. Fu anche capace di farle soffrire come fu per Giuseppina Mancini, la moglie del conte Lorenzo, con la quale visse un’intensa storia d’amore fatta di incontri clandestini, furiose liti e scenate di gelosia. Nel 1914 perde l'occhio i destro. In quel periodo conosce Giga Levi Brunner che chiama "Venturina" e poi la pianista Luisa Baccarà detta "Smikra" che sarà con lui fino alla sua morte, il 1° marzo 1938.
Antonetta Carrabs - articolo pubblicato sul mensile LEI Style
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