Umanizzazione delle cure - Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza

 






















La Casa della Poesia di Monza e Zeroconfini onlus, in collaborazione con la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, promuovono l'Umanizzazione delle cure attraverso un ciclo di incontri dove filosofi e psicoterapeuti affrontano i tanti temi legati al benessere del paziente.

Nell’ambito della degenza ospedaliera dobbiamo ricordare come i pazienti vivano questa esperienza come un avvenimento straordinario, che può avvenire in modo inatteso o prestabilito. Inevitabilmente ne conseguono vissuti psicologici, legati sia alla motivazione che all’accettazione del ricovero, che inevitabilmente sottopongono al paziente a contingenze restrittive, in termini di solitudine e sovvertimento della quotidianità. L’ambiente fisico dell’ospedale, di per sé, può essere fonte di disagio, a cui si aggiunge lontananza dalla famiglia e dagli affetti, abbandono delle vecchie abitudini, necessità di adeguarsi all’organizzazione e agli orari dell’ospedale, rumori, limitazioni dello spazio personale ed infine perdita della propria intimità. 

Dal momento in cui entra in ospedale, e in particolare nella sua camera, il paziente, mentre è già preoccupato per la sua malattia, è obbligato a sperimentare una serie di situazioni nuove, ma soprattutto il silenzio e la solitudine determinata dalla dilatazione del tempo dell’attesa. Talvolta si vede costretto a fare conoscenza con gli altri degenti della camera, entrando a far parte di un ordine sociale nuovo e a lui sconosciuto, relazionarsi al personale medico e infermieristico, sottoporsi ad esami, dovendo essere collaborativo e disponile agli interventi ritenuti necessari.

Nell’ambito della degenza per alcuni pazienti la situazione di cura può essere ulteriormente gravosa: pazienti con limitazioni fisiche, pazienti isolati, pazienti che devono essere sottoposti a lunghi trattamenti. Spesso in queste situazioni viene meno anche la spinta o la possibilità di interagire con il personale e con gli altri codegenti; si determina una ricaduta anche in termini di benessere psicofisico e di aderenza al trattamento.Spesso infatti la patologia diventa il focus di attenzione, dimenticando e soprattutto sottovalutando il fatto che un successo terapeutico dipenda anche dalle risorse e dal vissuto del paziente.

Le nostre iniziative sono volte ad alleviare la solitudine dei pazienti, arrivando anche a coloro che non riescono mantenere un contatto fisico-relazionale; la possibilità di un ascolto rivolto alla persona, che li possa accompagnare nell’ambito del ricovero. L’Umanizzazione delle cure non può però prescindere da interventi anche rispetto all’ambiente e agli operatori, a che si realizzi una relazione di comprensione e rispetto bidirezionale.

 

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