"Relazione tra dolore e conoscenza" Istituti Clinici Zucchi – Comunità di Carate Brianza
"Relazione tra dolore e conoscenza" è il titolo del mio progetto di POETRY THERAPY a beneficio dei pazienti della Comunità di Carate Brianza per Gli Istituti Clinici Zucchi. Due incontri al mese, da settembre a marzo.
Un percorso che favorisce la nuova strategia di cura: la poesia esteriorista del verso libero in chiave terapeutica, una risorsa significativa a conferma del suo valore taumaturgico. Anche la malattia può essere, a volte, un’opportunità, affonda le radici nelle conoscenze derivate dalla ricerca della Psicologia positiva che valorizza l’importanza di impostare l’intervento sul malato tenendo conto delle sue potenzialità positive. Riuscire a valorizzarle potrebbe aiutare la persona ad affrontare meglio anche le sue difficoltà e sofferenze. La poesia diventa un valore perché si realizza con gli elementi del mondo reale e con le cose concrete, diventa obiettiva, narrativa e aneddotica, lontana dagli accademismi, una poesia “impura” nuova ed opportuna.
Le parole possono curare, salvare, consolare e confortare,
possono ferire e fanno male a chi le dice e a chi le riceve. Le parole vivono,
lasciano tracce dentro di noi, creano ponti. La scatola delle parole custodisce
l’alfabeto delle emozioni dove si trovano parole buone, di cuore, tristi,
buffe, cattive, malate, parole resilienti. Parole che possono essere scialuppe
di salvataggio, creando relazioni vere e mettendo in dialogo le emozioni di
ciascuno. Parole portatrici di speranza. L’ascolto e la gentilezza sono gli
aspetti da valorizzare nel creare ponti fra chi cura e chi è curato perché
l’indifferenza emotiva e la disattenzione possono ferire e contribuire ad
allungare o diminuire la sofferenza. Nella scatola delle parole un alfabeto
nuovo che i pazienti possono arricchire con le loro parole: “date parole al vostro
dolore altrimenti il vostro dolore vi spezzerà” scriverà Macbeth. Le parole potranno
descrivere le loro profonde sofferenze o inquietudini e consentire di diventare
centrali per la diagnosi di cura del paziente. Il centro di Psichiatria di
Carate, che ho avuto già modo di conoscere per aver realizzato incontri di
Poetry Therapy, potrebbe essere il luogo da cui partire e sperimentare questo
nuovo intervento per le persone fragili.
Le iniziative di Poetry Therapy che ho già tenuto presso la Comunità di Carate Brianza, si sono realizzate in un clima di ascolto, alla base di quel processo di umanizzazione delle cure di cui la medicina si occupa diventando scienza umana, volta alla cura dello spirito del paziente attraverso un’etica fondata sulla relazione e sul codice morale; hanno messo in corrispondenza le emozioni e il pensiero dove la poesia e la parola hanno favorito, attraverso il dialogo, l’espressione dei sentimenti e dato loro voce. Un filo rosso, strumento nella cura: la speranza è un elemento fragile, bisogna mantenerla viva perché è esposta alla paura della malattia.
La poesia e la parola, quindi, sono confluite in una
straordinaria associazione creativa, consentendo di stabilire relazioni, hanno
interrogato il cuore, tracciando sentieri “sicuri” che hanno aiutano a
riconoscere le fragilità, ampliando la conoscenza dell’anima che ne è
l’orizzonte infinito. La partecipazione emozionale come la fragilità dei gesti,
delle parole e dei versi hanno avvicinato alla sofferenza senza cancellarla e
negarle una luce possibile, hanno parlato dei sentimenti che non possono essere
curati con i farmaci.
Antonetta Carrabs
Valutazione scientifica:
"per valutare l’efficacia di questo percorso nel mondo emotivo attraverso l’uso della parola, verrà indagata la modificazione di una specifica dimensione psicopatologica, l’alessitimia caratterizzata proprio dalla difficoltà nel riconoscere, esprimere e distinguere le diverse emozioni e sensazioni corporee, utilizzato uno strumento specifico il TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale, G.J. Taylor, R.M. Bagby, J.D.A. Parker, 1992). Si tratta di una scala validata e di largo impiego clinico e sperimentale di venti items che fornisce una misura quantitativa della alessitimia. I pazienti compileranno la TAS-20 prima dell’inizio del progetto e al suo termine. (È anche prevista la compilazione della scala con le stesse tempistiche da parte di un gruppo di pazienti che non partecipano al progetto come “gruppo di controllo”). Verrà anche utilizzata una scala di gradimento da parte dei Pazienti del programma. La nostra ipotesi di lavoro è quella di rilevare una riduzione nei punteggi finali della TAS-20 al termine del progetto."
Staff medico Istituti Clinici Zucchi Carate
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