FIORI DAL MALE


«Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola» scriveva Emily Dickinson. Le parole sono importanti, possono distruggere e creare. Esprimono quello che sentiamo, ci consentono di entrare in relazione con noi stessi e con gli altri oppure ci impediscono di farlo. Le parole sono capaci di salvare ma anche di ferire.  Le parole sono le nostre bussole per orientarci quando le tempeste esistenziali ci travolgono. Se scegliamo parole che passano attraverso il cuore allora “creiamo” parole che salvano. Nella relazione, fra chi ci parla e chi ci ascolta, possiamo scrivere un vocabolario salvifico. La PAROLA è al centro con il suo valore.

Lungo questo mio percorso ventennale, volto all’ umanizzazione delle cure, ho dato vita a laboratori di poesia con verso libero con i bambini in alcuni ospedali, nelle case di riposo per anziani, nei reparti di psichiatria di alcuni ospedali, negli Istituti di pena. Un lungo percorso che, ancora oggi mi vede in prima linea accanto alle persone fragili e in difficoltà. Ed è la Poesia il filo d’Arianna che lega tutte le storie, la poesia una risorsa significativa. Lungo la strada maestra della poesia ho avuto modo di incontrare i bambini e le persone in situazioni di disagio dove le emozioni sono state sempre al centro dei nostri dialoghi; le PAROLE, lo strumento prezioso che mi hanno consentito di capire gli altri, di essere d’aiuto agli altri. Il loro dolore, la malattia, la sofferenza, la vita reclusa per altri, hanno aperto alla ricerca di altre PAROLE resilienti che diventavano d’aiuto. PAROLE di speranza, un sentimento forse più capace di sopravvivere alle sconfitte della vita. Ho incontrato bambini e persone in situazioni di disagio dove le emozioni sono state sempre al centro dei nostri dialoghi; le parole, lo strumento prezioso che mi ha consentito di capire gli altri, di essere d’aiuto agli altri. Il loro dolore, la malattia, la sofferenza, la vita reclusa per altri, hanno aperto alla ricerca di altre parole resilienti che diventavano d’aiuto. Parole di speranza, un sentimento forse più capace di sopravvivere alle sconfitte della vita; Leopardi la definisce “la passione del possibile e anche la passione dell’impossibile.” 

“Il titolo di questa antologia “FIORI DAL MALE”, curata dalla poeta e scrittrice Antonetta Carrabs, ricorda l’opera Fleur du Mal di Charles Baudelaire, ma a differenza del poeta “maledetto” che decise di fare poesia su argomenti cupi, scabrosi e talvolta immorali, questo percorso assume un significato altro, dando al male e, quindi alla sofferenza, un’opportunità affinchè non sia distruttiva, ma possa trasformarsi in Bene. Un percorso ventennale, tuttora operativo, che vede la Carrabs attiva al fianco delle persone fragili e in difficoltà. La poesia del verso libero è il filo conduttore che lega tutte quante le storie e le esperienze presenti nel volume. A partire dal 2009, su invito di Giuseppe Masera allora direttore dell’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, la Carrabs incontrò i bambini del reparto di ematologia pediatrica per aiutarli a fare poesia secondo la metodologia di Ernesto Cardenal. Da allora si attiveranno laboratori di poesia con verso libero nelle case di riposo per anziani, presso reparti di psichiatria di alcuni ospedali, negli Istituti di pena. La diffusione della “terapia poetica” ideata e sperimentata da Antonetta Carrabs e raccontata in questo importante volume, dimostra il valore terapeutico della parola per le persone che vivono una situazione di fragilità.”- Neria de Giovanni Presidente dei Critici Letterari Europei - Editore NemaPress

“Quale clinico pediatra-ematologo nel corso degli anni ho apprezzato la “forza” della poesia scritta da soggetti in situazioni di fragilità, bambini malati di leucemia o tumori e da anziani. Una forza che abbiamo visto all’opera nei piccoli pazienti del Centro leucemie della Clinica Pediatrica di Monza dove nel 2009, assieme alla poetessa Antonetta Carrabs, abbiamo ripreso l’idea dei Laboratori di Poesia (Talleres de poesia) di Ernesto Cardenal, teologo e uno dei più grandi poeti ispano-americani contemporanei. Da ministro della Cultura, al termine della feroce guerra civile degli anni 80 in Nicaragua, Cardenal li sperimenta con successo tra la popolazione civile. E nel 2006, il poeta li ripropone ai bambini con leucemia o tumori dell’Ospedale Pediatrico “La Mascota” di Managua (in gemellaggio con Monza per l’oncologia pediatria). Scopre così che i bambini partecipano con grande interesse, apprendono rapidamente a scrivere buona poesia, sono più sereni e contenti di essere ascoltati ed apprezzati. Tale iniziativa nasce dalla sua geniale intuizione: “in ciascun essere umano esiste un potenziale poeta” in grado di esprimersi con verso libero, senza doversi preoccupare della rima, della punteggiatura o dell’ortografia.” - Giuseppe Masera già Direttore Clinica Pediatrica dell'Università di Milano dal 1984 al 20




"L’antologia, curata dalla poeta e giornalista Antonetta Carrabs, racchiude un lungo percorso tuttora operativo che la vede attiva al fianco delle persone fragili e in difficoltà. La poesia, tramite la tecnica del verso libero, è il filo conduttore che lega tutte quante le storie e le esperienze. A partire dal 2009 Antonetta Carrabs, su suggerimento del Prof. Giuseppe Masera, già direttore dell’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, incontrò i bambini del reparto di ematologia pediatrica, dove operava il Dott. Jankovic. Successivamente, anche in collaborazione col medico psichiatra della struttura Milena Provenzi, l’esperienza si estendeva ai pazienti psichiatrici. Veniva avviato un laboratorio di poesia all’interno sia di case di riposo per anziani che nella casa circondariale di San Quirico in Monza. La diffusione della “terapia poetica” ideata e sperimentata da Antonetta Carrabs ed esemplificata in questo volume, dimostra come per i soggetti fragili le loro creazioni poetiche possano arricchire la relazione medico-paziente." - Milena Provenzi psichiatra

Poesie in ospedale


«… Poesie in cui la parola conchiglia fa rima con pastiglia e la parola sera con stanza ospedaliera. Poesie “con la febbre che non passa da venerdì”, poesie con titoli-medicina, medicine così cattive che non basta la pallina di zucchero di Pinocchio, qui concedono persino abbinamenti medicina-nutella … Poesie in cui la parola conchiglia fa rima con pastiglia e la parola sera con stanza ospedaliera. Poesie con la febbre che non passa da venerdì, poesie con titoli-medicina, medicine così cattive che non basta la pallina di zucchero di Pinocchio, qui concedono persino l’abbinamento medicina-nutella. Siamo all’undicesimo piano dell’ospedale San Gerardo di Monza, bambini in lotta con la leucemia, le poesie le hanno scritte… Ma più il male fa male, più i bambini scrivono d’altro, dell’amato cane Alex che aspetta a casa, di supereroi che non si ammalano mai, di città di pastafrolla, del nonno Cesarino…”   - Vivian Lamarque

Poesia in casa di riposo 

Che cos’è la POESIA?

La poesia è quello stato d’animo che ti porta ad essere leggera a vedere il mondo più roseo e le persone più umane. La poesia è qualcosa di aereo che ti avvolge e nello stesso tempo ti commuove. E’ un incantesimo che ti trasporta in un mondo irreale e ti dà la felicità. La poesia è qualcosa di magico. Con la poesia riesci a conoscere le persone nel profondo perché si lasciano andare, si mettono a nudo. Con la poesia non si può fingere, né dire bugie non si può tradire sé stessi. (Aldo)

La poesia è un momento di libertà. Con la poesia puoi esternare tutte le emozioni che hai dentro. La poesia ha il potere di toglierti dall’isolamento. La poesia mette a nudo l’anima e ci aiuta a raccontare la verità. La poesia è bella perché ci porta ai tempi della scuola quando potevo correre ed essere felice. Adesso non lo posso più fare (Marisa)

La poesia è il velo che mette a nudo il poco buono, cioè il male e il poco bene, cioè il bene che sono nel mondo. La poesia rivela gli aspetti negativi della vita. Spesso della poesia riusciamo a cogliere gli aspetti più belli ma dietro la poesia c’è la conoscenza del grande male. (Natale)

La poesia è un momento di libertà. Con la poesia puoi esternare tutte le emozioni che hai dentro. La poesia ha il potere di toglierti dall’isolamento. La poesia lenisce il dolore. Il dolore è come il pane della vita quando si è tristi si mangia di più. se non trovi un antidoto alle tue sofferenze soffri di più perché vai a toccare quelle più profonde. Esiste un mezzo per alleggerire i tuoi dolori: è la poesia. (Berta)

Poesia in carcere 


"La sera, quando arriva, è nera. Le voci si spengono e così anche quei pochi colori che, durante il giorno, sono fatti di ritagli di cielo. Allora il silenzio stempera il cuore che non ce la fa a trattenere la solitudine e si abbandona, inerme, senza più difese. Capita spesso di pensare, quando si viene chiusi la sera. Capita un magone che leva il respiro. Dalla mia finestra riesco a intravedere un tratto di superstrada. Guardo le luci delle auto sfrecciare e immagino diverse solitudini. L’odore di un’automobile, l’odore dell’asfalto umido. E’ difficile scrivere qui perché si vive un tempo congelato e si deve imparare a trattenere le emozioni. La parola aiuta gli animi a riconciliarsi, preparandolo alla riappacificazione con quel mondo dal quale è stato momentaneamente allontanato.  “La parola, qui dentro, diviene paradossalmente un seme di libertà. La parola difende e grazia, smontando i pixel di questa irrealtà. Ho il mio corpo, lo vedo, come vedo i giorni che trasudano uno dopo l’altro ma, se non avessi la parola, cosa sarei? Un animale che ragiona per colori. Non è che la posseggo, la inseguo, certo, ma a volte fortunatamente l’afferro. E’ mia. “  - Patrice S.  Casa circondariale Sanquirico Monza


Scrivo perché qui, in carcere, ho riscoperto il valore delle PAROLE. Scrivo di me e di come questa esperienza mi ha cambiato nel profondo. Scrivo perché mi sento una persona che ha sbagliato e non una persona sbagliata, come mi descrivono. Scrivo e quando lo faccio, mi sembra quasi di poter evadere da questo luogo e tornare per un attimo nei posti in cui sono stato felice. Scrivo nella speranza che qualcuno mi legga anche se spesso sono io, il mio miglior lettore. Scrivo per tirare fuori dall’anima sensazioni e momenti che pensavo di aver dimenticato, e che qui sono come acqua nel deserto. Scrivo perché nella scrittura sto ritrovando la vita. Scrivo per sentirmi ancora normale, perché le parole in qualche modo sono uguali per tutti a prescindere dall’interpretazione che ne diamo e da chi le scrive. Scrivo per abbattere quel muro che ci separa dalla realtà, infondo un pensiero non ha barriere che possano fermarlo. Scrivo come fanno in tanti, nel momento più doloroso della mia vita e forse è proprio questo che rende così reali e tangibili le parole e i pensieri che scorrono su questi fogli. Scrivo nella speranza che l’alba arrivi anche dopo una notte lunga come questa. Scrivo perché ho una voglia matta di uscire da questo mare di male che mi circonda e la scrittura a volte mi sembra l’unica barca che mi possa portare fuori dalla tempesta. Scrivo perché sono convinto che tutto questo male possa in fondo, servire a qualcosa. Scrivo perché so che un fiore può vivere e fiorire in qualsiasi posto, persino qui, persino dal male.   - MC Casa circondariale Sanquirico Monza


Poesia in psichiatria 

"La psichiatria non può fare a meno della poesia che l'aiuta a riconoscere la fragilità e l'umanità della follia" - Eugenio Borgna 

EDIPO L’ansia suscita tristezza e mi porta a vedere il nero dappertutto mi conduce alla solitudine di me stesso e mi sento come un cane legato ad un palo e abbandonato davanti ad un autogrill dove tuti mi guardano e pensano che io abbia smarrito la strada. E sopraggiunge il vuoto e l’infinita vanità del tutto. Ma la vita, a volte, ci può condurre ad un nuovo inizio la primavera delle emozioni può sbocciare e trascinarci verso la serenità e il benessere.

GIOCATTOLI Siamo una scatola di giocattoli rotti e mal funzionanti/ nessuno ci vuole perché siamo rotti dentro/io mi sento così, una bambola con gli occhi spenti/non più voglia di far nulla, di sentire nulla. So che al mondo c’è chi sta più male di me e ha problemi peggiori/ ma nel mio piccolo mondo tutto sta bruciando. / la testa che scoppia, gli occhi lucidi, un peso nel petto che non se ne va. E’ questa la vita che merito?/ Con le bende sui polsi che bruciano come fuoco celeste guarirai/ rinascerai come un fiore, hai solo bisogno di cure e amore (Maya)

ANSIA L’ansia è una pallina pelosa nello stomaco che mi divora da dentro fino ad inglobarmi senza lasciarmi via di scampo. È di colore nero, è molto dura, è una cattiva compagna di viaggio perché ti fa star male. È nella pancia come un buco.”

FRAGILE “Sono fragile come una farfalla che vive un giorno, poi fragile e caduca si spegne”. (Chiara)

NOIA La noia è una rabbia indescrivibile quando avverto quella strana sensazione che non si può descrivere la bocca si chiude in un silenzio assordante il giorno è troppo lungo e grigio fino alla noia nel mio petto sento la rabbia che esplode e mi acceca. E così resto senza voce e senza occhi”. (Poesia di gruppo)                                                                                                                           

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