Fidel Castro, una figura controversa
Morto
Fidel Castro, dittatore. Incarcerò qualsiasi oppositore, perseguitò gli
omosessuali, scacciò un presidente. Queste le parole di Roberto Saviano che
annuncia sui social la morte del Lìder Maximo. Un giudizio duro, quello di
Saviano, che fotografa il dittatore, il fautore della rivoluzione del 1959,
durante la quale scacciò un presidente corrotto, sostituendolo con un regime
militare. Le reazioni a sinistra sono contrastanti, c’è chi manifesta dolore, c’è chi non
gli perdona le sue ombre, soprattutto le tante persecuzioni nei confronti degli
omosessuali e la linea dura contro i
dissidenti. Condannatemi, non importa, la
Storia mi assolverà queste le parole di Fidel Castro quando nel 1953, fallito
il suo attacco al regime del dittatore Fulgencio Batista, venne arrestato e
processato. In dodici si salvarono dagli scontri con l’esercito del dittatore, vicino alla
mafia italo-americana. Con quei pochi uomini, si rifugiò nella Sierra Maestra
dove organizzò la guerriglia, fino alla rivoluzione che conquistò Cuba,
liberandola dal regime. L’isola, guidata da Castro, ha resistito all’embargo imposto dagli Usa, fino al dicembre
del 2014.
La figura di Fidel, come tutti lo
chiamavano a Cuba, rimane comunque controversa, ma destinata a rimanere nella
storia. Figlio di un proprietario terriero di origine
spagnola, Fidel Alejandro Castro Ruz, da giovane studiò giurisprudenza e,
all’inizio degli anni cinquanta, fece praticantato per diventare avvocato in uno
studio legale, coltivando intanto la passione per la politica. E’ ricordato come il comunista più
longevo, il comunista più intransigente,
il Comande o il Presidente. Un uomo che ha sempre avuto un solo obiettivo: la
conquista del potere. Apprezzava Mussolini e Peron, aveva tutte le
caratteristiche del classico caudillo latinoamericano. Il comunismo è
stato un mezzo per raggiungere uno scopo. Non si può negare, però, che la
conquista del potere abbia avuto momenti eroici e che ci sia stata una grande
condivisione popolare dei suoi obiettivi.La sua vita privata che conosciamo è un mix tra
verità, propaganda e leggenda. E la leggenda vuole che siano ben 35 mila le
donne che il Lider Máximo riuscì a conquistare. La fedeltà
non fu una sua virtù. Di lui si raccontano innumerevoli avventure di una sola
notte, soprattutto nei suoi viaggi all’estero, e di figli avuti da storie
occasionali come la figlia Alina
Fernandez, la più nota, nata dall’amore con la Revuelta. Alina non fu mai riconosciuta dal padre; nel 1993 fuggì da Cuba travestita da turista e
visse per 21 anni a Miami. Poi ci sono
Jorge Angel, nato a metà degli Anni ’50, Panchita Pupo, che vive in Florida,
Ciro che, come il fratellastro Antonio, è esperto di medicina sportiva e vive
all’Avana e, infine, Fito, nato nel 1970 dal colpo di fulmine tra Fidel e la
moglie del direttore dell’agenzia cubana del turismo.
E il suo popolo?
Lo
chiamano Fidel. Lo circondano senza rischi, gli danno del tu, discutono con
lui, lo contraddicono, gli reclamano cose, con un canale di trasmissione
immediata dove circola la verità a fiotti – scriveva di lui
lo scrittore Gabriel Garcia Marquez
- E’ allora che si scopre l’essere umano
insolito che lo splendore della sua propria immagine non lascia vedere. Questo
è il Fidel Castro che credo di conoscere: un uomo di abitudini austere ed
illusioni insaziabili, con un’educazione formale all’antica, di parole caute e
maniere tenui ed incapace di concepire nessuna altra idea che non sia
enorme….una cosa si sa con sicurezza: stia dove stia, come stia e con chi stia,
Fidel Castro è lì per vincere.
Fidel Castro muore
nella notte quando in Italia sono appena le sette. La tv dell’Avana trasmette,
a reti unificate e senza sosta, le parole di suo fratello Raul, suo successore,
che annuncia a tutto il pueblo la sua morte, conseguenza della grave malattia
durata 10 anni. Hasta la
victoria, siempre - ha ripetuto Raul nel suo discorso, citando lo
slogan politico per eccellenza della sinistra rivoluzionaria e annunciando nove
giorni di lutto nazionale che annullano
tutte le iniziative, anche l’attesissimo concerto del tenore Placido Domingo
che si sarebbe dovuto esibire per la prima volta sul palco dell’Opera di Cuba.
Berta Soler Fernandez,
la leader delle Damas de Blanco, le Signore in Bianco, il movimento di
opposizione al governo cubano che riunisce le mogli e i famigliari di persone
accusate di azioni contro lo Stato, in queste ore ha dichiarato: crediamo al cambiamento ma non presteremo il
fianco a nessuna provocazione. Noi non siamo in lutto, non vestiremo di nero,
anche se non auguriamo la morte a nessuno, nemmeno a un dittatore. L’ultimo discorso del Comandante
Rivolgendosi ad oltre mille delegati riuniti
al Congresso del partito comunista cubano, nel
suo ultimo discorso dell’aprile del 2016, Fidel disse: "Forse questa sarà l'ultima
volta in cui parlo in questa stanza. Presto compirò 90 anni. Non mi aveva mai
sfiorato una tale idea e non è stato il frutto di uno sforzo, è stato il caso. Presto sarò come tutti gli altri, il turno
arriva per tutti, ma le idee dei comunisti cubani rimarranno come prova
che su questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, si possono produrre
materiali e beni culturali di cui gli esseri umani hanno bisogno. E' necessario combattere senza mai rinunciare".
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