Il fiume Lambro e la pienezza del mondo
La memoria del mondo è nella profondità del grappolo di un fiore
e non c'è nota così alta, ripiena di potenza e infinità
inclusa nell'embrione di un seme.
Lungo il Lambro tutto trepida, tutto si prepara
tutto sogna e sboccia nel respiro del parco, sui baccelli della ginestra matura
e il vagito di mille margherite appena frullate dal vento sottile.
Il trifoglio, l'aglio orsino, l'incenso del tiglio, la rosa scarlatta
nulla scorgo, se non poesia; i colli briantei con le radici degli alberi che affondano nell’infinito, l'altezza di un campo nella voce di ogni esile suo filo d'erba, l'innocenza del mondo che si riversa nel primissimo albicare di ogni nuovo seme, i nidi fioriti e il brulicante mulinello del silenzio degli uccelli, i germogli verdi sedotti da scorci improvvisi di cielo, la grazia dello stelo sull’occhio verde del fiume
che incontra sugli alberi la pienezza del mondo, l'azzurro con il suo vespertino
e il baccello che accende in sé l'esile punto di luce
e canta sé stesso in tutta la sua storia.
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