Il nuovo anno è un anno nuovo?
I versi dei poeti, nella speranza di un futuro diverso e migliore del passato e del presente, invocano abbracci, affidano ad un angelo in transito la ricerca di luce nuova, adagiano parole sulle “finestre dove spuntano le rose”, sfuggono alla paura del contagio, celebrando l’amore in tutta la sua lussuria e voluttuosità, ci regalano un testo ironico che ricorda Neruda; alimentano la speranza di nuove fioriture e rigenerazioni, si interrogano sul prossimo domani, ci proiettano verso nuove epifanie; ci conducono verso immaginifici viaggi salvifici; ci ricordano Jan Vermeer e la ragazza con l’orecchino di perla e quel “volto che sprigiona rose”; ci parlano della neve che crea attese come l’amore; invocano la protezione per la propria terra umida e piana fatta di nebbia “ che sfuma nell’oro del sole”.
Grazie ai poeti Silvia Messa, Anita Piscazzi, Domenico Cipriano, Donatella Bisutti, GiaNpaolo Mastropasqua, Paolo Pezzaglia, Giuseppe Landonio, Gerardo Masuccio, Ginevra Sanfelice Lilli, Iride Enza Funari, Pietro Berra e Cristina Cappellini per questi versi, raggi di poesia che si posano come un fiore sul davanzale della mia finestra e mi parlano di bellezza.
Mi abbracciassi ora.
Ma tanto forte
da sbriciolare
chilometri
di asfalto, ponti
infermi
brutte case, grigi
inferni di
periferia.
Mi abbracciassi ora
tremando un poco
di parole non dette
gesti trattenuti
e desideri bambini.
Mi abbracciassi
nel buio, stanotte.
Silvia Messa
Lo
scompenso delle immagini
a
volte si fa riva senz’acqua.
Il ritorno dell’inverno promette
una
luce nuova.
A
ogni passo vederti, salutarti,
ritornare con niente in tasca.
Sto come ogni cosa che brucia.
Accoglimi
Angelo di luce
ho
attaccato gli occhi ai mandorli
farò
testamento del tuo passaggio.
Sarai
sorgente sulle ossa sparse nei mari
sulla
morte della viola di marzo.
Rimani.
Canta del miele di Aleppo
della
giovinezza che resta nei giardini.
Accadi
leggero davanti alla porta
eppure
se ne va presto la luce, ma
qui
non passa e lente vanno le serpi.
ANITA
PISCAZZI
Sulle finestre
Le parole colmano
le nostalgie, il sole
non è ancora calato
e non possiamo nascondere
il dolore dietro la porta.
Le delusioni
sono anche semplici distanze
i libri esposti sul tavolo
e le voci che non ti cercano.
Sulle finestre spuntano rose
che fioriranno domani.
Domenico
Cipriano
Facciamo
l’Amore
Non
è tanto fare l’amore, sai,
ma
stare vicini , toccarsi, fiutarsi, percepire
il
fiato, l’odore, il calore come due animali
a
una stessa greppia, legati
a
uno stesso palo in una stessa stalla,
ma
dormire ravvolti uno nell’altro , conoscersi nella pelle
palmo
a palmo ritrovando i nei, le macchie in rilievo
i
peli, le pieghe e le infossature, la frescura e il bollente ,
il
sudore, il peso di una gamba o di un braccio,
il
fiato, l’umidore, il secco il ruvido e il morbido, il peloso e il glabro
Non
è tanto far l’amore, sai, o forse è questo?
Donatella
Bisutti
ODIO
ALLA CIPOLLA
In
fondo potresti essere viva
la
deformazione beata dell’anima
rotonda
e analogicamente mondana
o
cafona come un ventre dal basso,
in
fondo geometrie quantiche insegni
alla
scuola del tavolo e del taglio
doni
sapori alla materia e mai baci
la
nostalgia assoluta del mio pianto.
GIANPAOLO G.
MASTROPASQUA
Speranza
Gireranno nuove primavere, estati
autunni, poi ci rinchiuderanno
lunghi, gelidi inverni, ma
– ad ogni equinozio – i fiori
rinnoveranno la speranza e
il sole dello splendido giugno
ancora ci riscalderà la pelle e
il sale della brezza marina
ci purificherà il respiro!
Confido nel mistero del cielo
nel benefico ciclo delle stagioni
confido nel mare che rigenera la
vita.
Paolo
Pezzaglia
L'anno
che verrà
Sarà meglio
Sarà
peggio
Sarà
diverso
O
come l'altro
Un
po' perverso
Sarà
maschio
Sara'
femmina
Sarà
un bambino
Oppure
un vecchio
Con
più Covid
Con
meno Covid
Un
po’ malato
Ma
vaccinato
Un
anno tosto
Ma
non bisesto
Un
po’ così
E
un po’ cosa'
Tanto
qualcuno
Ce
la fa
Un
anno brutto
Ma
non del tutto
Oppure
bello
Ma
non per quello
Esilarante
Un
anno pazzo
Un
po’ incostante
Ma
non per questo
Meno
intrigante
Un
anno che sia
Così
come sia
La
verità
E'
che il ventuno
Sarà
quel che vorrà
Ciascuno.
E
non si dica poi
Che
non lo sapevamo
Tutti,
noi.
Giuseppe Landonio
Verbi
al futuro, è prepotente
la sua voce lieve
per chi, come me, non si racchiude
che in frammenti imprecisi di adesso.
Per chi si difende
di qua dal perimetro di un forse.
Un uomo. Mi passa accanto
– speranza inespressa –
e parla a uno schermo, altrove.
Inosservato, rido
con la forza
del raggio che sorge all’orizzonte
di un deserto.
Non lo conosco. Nitido
un istante e presto opaco,
il volto gli si perde nell’assenza.
L’ho visto con gli occhi di un altro
e – sì, lo ignora –
è l’ultimo legame che ho col mondo.
Gerardo
Masuccio
In questo primo crepuscolo
timido che stenta
a farsi notte, che stenta
a giungere, noi
siamo in viaggio
verso orizzonti ciechi,
lungo il tracciato di queste luci
digradanti, questo
rifuggire dalla certezza.
Ma tu portami a fondo
di me stessa, fino all’inferno,
ad un passo dal paradiso.
Roma, 18 marzo 2017
Ginevra
Sanfelice Lilli
La ragazza con l’orecchino di perla
Penetro
obliquo sguardo
che
strugge
in
perla specchio
del
volto.
Accarezzo
turbanti
pensieri
in
ansante respiro.
Desiderio
che nasce
tra
setole
che
sulle tue labbra
profondono
rose.
Per
guardarti
Dipingerei
l’eterno giorno.
(a
Jan Vermeer)
Iride Enza Funa
ASPETTANDO
LA NEVE
di Pietro Berra
Quest’anno cominciato aspettando
la neve, come si aspetta l’amore,
ridarà voce ai sassi e alle foglie
al cielo stellato e al torrente che scorre
sotto la città. E io alleno l’orecchio
per non perdermi nessuno dei loro segreti
cercando di non farmi distrarre
dal vociare delle mie paure.
Pietro Berra
San Martino
Non
saranno questi semplici versi
di
certo comparabili
a
quelli del poeta toscano,
cantore
di colli e di mari che non vedo
nel
mio orizzonte di terra umida
e piana.
Ma
il sapore della nebbia mattutina
che
sfuma nell’oro del sole,
autunno
zafferano di foglie e divieti,
lo
voglio immortalare così,
come
un canto solitario di nostalgia
e
di resistenza.
San
Martino di vecchi arnesi e
faticosi
pensieri,
San
Martino di castagne e d’estate,
San
Martino di bambini innocenti,
tra
adulti sperduti
fasciati
da ragnatele d’incertezza.
San
Martino di tutti,
San
Martino conforto,
San
Martino speranza
che
ci tolga queste mani dagli occhi
e
ci copra con manto di grazia.
Soncino, 11
novembre 2020
CRISTINA CAPPELLINI
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