GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA
La poesia è corpo e respiro, disponibilità verso il mondo; viene percepita
confessionale, meditativa e molto altro, ci parla delle nostre esistenze, del
loro senso, della memoria. Elementi che si intrecciano, si fondono, a
volte si sovrappongono, fino all’esito quieto di una poesia che diventa
viandante. La strada è messa a fuoco dagli stati d’animo dove le vite dei poeti
si intrecciano lungo un pentagramma la cui partitura è
segnata dall’altissimo sentimento di un lessico “universalizzante” fatto
di persone e della loro voce. Ogni storia diventa presente, nel qui ed ora
dell’esperienza poetica. I versi dei poeti si aprono al mondo, come fa un fiore
nell’attimo in cui si schiude per incontrare il sole; nel loro vivere intenso lungo un viaggio continuo come quello
intrapreso nell’Ulisse di James Joyce in cui si fa ritorno a casa. In questa
pluralità centrifuga di persone e di versi, in questo “arcipelago sparpagliato”
di voci, si ha l’impressione di muoversi come Don Chisciotte nella Manica; il
grande significato è attribuito alle
parole che si plasmano in versi in ogni piccola sosta e risuonano di
profondità, nella pienezza della loro significazione. Abitare la terra della
poesia vuol dire essere nel qui e nell’altrove, vuol dire sostare in un luogo gravido
dove i versi sono messi di buon raccolto pronti ad alimentare valori di
bellezza e di verità. La poesia è scrittura della residenza. Ed è in
questo luogo non luogo la parola vive nella sua centralità legandosi al sentimento che la rendono
ancor più carica di significati altri. La voce della poesia diventa memoria e senso e necessità di custodirne l’essenza.
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