La centralità della persona nella cura
La Casa della Poesia di Monza, da alcuni anni, ha attivato un’importante sinergia con la Fondazione IRCCS San Gerardo di Monza finalizzata all’umanizzazione delle cure, l’unica associazione culturale presente nella rete delle associazioni della grande famiglia che fa capo all’ospedale. Dai reading di poesie al progetto “Ti racconto una storia” con la lettura dei grandi classici nel reparto Malattie Rare, ai laboratori di Poetry Therapy in psichiatria tenuti da Antonetta Carrabs, per ultimo la realizzazione di questo importante ciclo di conferenze dove i filosofi si interrogheranno sull’importante binomio fra Medicina e Filosofia in un dialogo per migliorare il nostro modo di essere e di operare, per ritrovare le origini comuni e cercare insieme risposte alle tante domande che la professione oggi pone.
In antichità l’essere un buon medico richiedeva l’essere filosofo, così come per il buon filosofo era d’obbligo occuparsi della salute dell’uomo. Nonostante queste comuni origini, nel tempo le due discipline si sono separate; la medicina è, non solo un sapere scientifico, ma soprattutto arte della cura, ciò conferisce al rapporto tra filosofia e medicina una particolare intimità perché entrambe sono due forme di prendersi cura del soggetto. Prendersi cura di sé è una pratica imprescindibile per potersi prendere cura degli altri; la filosofia quindi si offre come strumento di indagine e di riflessione per poter pensare e trasformare le pratiche di cura a partire dalla cura di sé. Un concetto che il cardinale Martini andava sostenendo già nel 1959: di fronte ad una cultura che spinge a considerare l’intero sistema sanità come una qualsiasi azienda e la salute come un prodotto e il malato come un cliente, è urgente e necessario riaffermare la centralità della persona.
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