I miei passi come chicchi di grano
Ho percorso la lunga strada tracciata dal mio destino. Ho contato i miei passi come chicchi di grano, ho sgranato il rosario dei miei rimpianti, mi sono spogliato di ogni peso tolto i veli dal volto e le ombre dal suo profilo, ho desiderato trovare verità nascoste, oltrepassare il limite di un’ignota barriera, in cerca di me stesso. Ho gettato le mie imperfezioni come frammenti abbandonandole alla deriva in un mare che non conoscevo, ho voltato le spalle alla solitudine calpestando l’indifferenza, dominando le tenebre nella loro oscurità. Ho rovistato tutti i cassetti della mia memoria, niente più ormai attanaglia l’aspetto del mio essere di grigia tristezza, l’intimità si riveste di tenera armonia onorando tutto il bene e l’amore che gli altri mi hanno donato. Germoglia a nuova vita la mia esistenza come un’amorevole orchidea dentro il desolato abbandono del pianto di un giardino. Sono stato figlio e sono padre con le ferite che mi porto dentro insieme alle mie debolezze e alle fragilità la vita stessa mi ha chiesto di nasconderle ma quando riesci a guardarle in faccia migliori il rapporto con gli altri e soprattutto con te stesso. Vorrei ridisegnare il mio tempo ascoltando i sogni, sorvolare tutte le barriere che ostacolano la mia vera esistenza, poter camminare tenendo per mano le mie emozioni e regalare un sorriso a chi non ce l‘ha. Riempire gli spazi vuoti della banalità scrutando i pensieri di quello che sarà del mio domani, tenere in vita la volontà con tutte le forze per cancellare insicurezze, avversità ed errori. Realizzare che il tempo, inesorabile, non potrà fermarsi e vano sarà il mio orgoglio quando giungerà il suo fine chiuso in una scatola di cemento e sbarre in una lenta spirale colma di pregiudizi e ipocrisie ma anche di una buona parte di umanità dove si percepisce toccando con mano il bene ed il male. La speranza entra come un bagliore da una finestra e da un portone. Il coraggio di donare senza ricevere di non aver timore d’oltrepassare la barriera, quella degli ultimi, tendendo la mano e credere negli altri, dandoti l’opportunità di rialzarti dopo essere caduto pesantemente a terra; anche una finestra può essere importante nella tua esistenza attraverso di lei puoi vedere la realtà nei suoi movimenti, ascoltare l’aria che respiri ed i ritmi della vita l’albero che scruti in lontananza, giorno dopo giorno, durante le stagioni, in inverno è spoglio e rinsecchito in primavera è vivo e colmo di fiori, proprio come la vita che scorre inesorabilmente come il tempo. Aspetti la tanta sospirata libertà e ti ricordi di quell’albero che ti ha fatto compagnia per molto tempo nella certezza che, ritrovandola, tu sia rifiorito come lui non soltanto in primavera ma per tutta la vita. Ci si aspetta sempre che ci sia più tempo di quello che si ha ma non è così la libertà è come la vita, non va sprecata un solo istante ma vissuta in tutta la sua pienezza, fino in fondo nell‘ultimo suo respiro. Ci sono poeti che spostano i fiumi con il pensiero, naviganti che sanno parlare con il cielo; io adesso chiudo gli occhi e credo solo a quello che vedo dentro di me, un UOMO libero e vero, libero di volare. Avrei voluto dare un nome a tutte le farfalle, vestirmi dei loro colori e abitare tutti i fiori, avrei voluto le loro ali e volare nel vento, vorrei tornare libero come loro per vivere e amare ancora. Spalanco la finestra del mio cuore respirando l’aria nuova e mi ritrovo felicemente a prendere per mano i miei sentimenti, li appoggio delicatamente sopra la mia anima disegnando con le stelle, in alto nel cielo, i miei nuovi confini.
dalla redazione Oltre i Confini Beyond Borders inserto allegato a IL CITTADINO di Monza e Brianza


Commenti
Posta un commento