
La giornata in sezione scorre sempre allo
stesso modo, con i tempi scanditi sempre dai ritmi carcerari…. Apertura, corsi,
aule, aria, palestra etc. Tutte cose che per noi che siamo in una sezione
“aperta” ci consentono di veder trascorrere la giornata in modo un po’ più
sereno. Ma cosa significa essere in una sezione
aperta? Consiste in una sezione in cui le celle sono appunto aperte dalle 8,30
alle 15 e poi dalle 16 alle 19,30 circa permettendo così ai detenuti di uscire
dalle stesse e socializzare. Vista così sembra una miglioria rispetto
all’essere chiusi in cella tutta la giornata ma bisogna sempre considerare che
si è in una sezione avanzata del carcere in costante sovraffollamento: siamo in
3 in una
cella di circa 7 metri
quadri – cioè spazio vitale al chiuso 2,3 mq cad –, nel bagno non c’è acqua
calda e per cucinare si devono utilizzare dei fornellini da campeggio. Facendo un dettaglio di come si svolge la
giornata in sezione la stessa funziona pressappoco così: ci si sveglia molto
presto circa alle 6 del mattino e si da il buongiorno ai concellini con i quali
si fanno due chiacchiere davanti alla prima tazza di caffè ed alle news
scandite dalla tv, o per chi la preferisce, con un po’ di musica. Poi magari c’è chi riesce a rimettersi a
letto ancora per un’oretta ed alle 7,30 ci si alza e si comincia con il
trantran quotidiano come lavarsi, rifare i letti e cambiarsi….. e magari si
mette su la seconda caffettiera per la colazione vera e propria! Tutto questo ci porta verso l’agognata
apertura della celle verso le 8,30 e finalmente si esce in corridoio e si dà il
buongiorno agli altri detenuti che convivono con noi in sezione e si comincia
la cosiddetta socialità, ovvero la vera e propria convivenza con gli altri
detenuti. L’assistente comincia a chiamare i detenuti che devono recarsi ai
corsi o a comunicare che c’è l’ora d’aria o la palestra.
Per queste possibilità – ora d’aria e
palestra – vanno sempre tenuti in considerazione gli ambiti “dimensionali” di
un carcere ovvero l’ora d’aria viene trascorsa in un cortile delle dimensioni
di un campo da basket tra quattro alte mura di cinta mentre la palestra è a
numero chiuso cioè sono ammesse solo poche persone appunto perché le dimensioni
del locale della palestra sono limitate così come sono limitati gli attrezzi
utilizzabili. Tornando a narrare quanto succede in
sezione, tra l’apertura ed i corsi bisogna lavare ed igienizzare la cella sia
per mantenere pulito l’ambiente in cui si trascorre il tempo sia per evitare la
presenza di alcuni insetti infestanti. Ritornando all’argomento della socialità,
c’è anche chi preferisce giocare a carte o a calcio balilla in “saletta” ed il
tempo scorre lentamente fino a quando, verso le 11,30 viene somministrato il
vitto del carcere e si torna tutti in cella - anche chi è ai corsi -, si
apparecchia la tavola per il pranzo e si mangia assieme ai nostri cancellini. Ovviamente il pranzo del carcere essendo
cucinato per circa 750 persone detenute è molto basico – pasta al pomodoro
piuttosto che medaglioni di carne con verdure o uova sode etc – ma non vengono
trascurate le necessità di chi è ad esempio diabetico – con diete ad hoc – o
chi per motivi religiosi si nutre “evitando” determinate materie prime come la
carne di maiale per i mussulmani. Abbiamo vissuto anche il periodo del
ramadan che scandisce ritmi ed alimentazione differente per i detenuti
mussulmani e per questo la direzione del carcere ha fornito orari ed alimenti
specifici. Dopo pranzo si ricomincia la socialità con
una breve camminata o una corsetta per l’ora d’aria pomeridiana o trascorrendo
un po’ di tempo in biblioteca e si arriva così fino alla “chiusura” alle 15,00.
Nel periodo di chiusura - tra le 15,00 e
le 16,00 – si comincia a “pensare” con i cancellini a cosa cucinare per la
cena…. Cuciniamo in cella anche se non vi è una vera e propria cucina ma dei
fornellini da campeggio e gli ingredienti di ogni singola pietanza li si deve
acquistare settimanalmente; abbiamo la fortuna che ciò ci è concesso anche
perché il pranzo a carrello è basico ma quello per la cena è più adatto non
tanto a detenuti di ogni età ed etnia ma ai residenti di una RSA in quanto
vengono somministrati prevalentemente brodo con pasta o riso, minestrone,
verdure lesse, affettati etc…Sempre nel periodo di “chiusura” c’è chi
scrive una lettera alla propria famiglia piuttosto che leggere un libro o fa un
breve riposino pomeridiano. Alle 16,00 si torna alla socialità o si fa
una telefonata fino all’ora di cena. Nel mentre si cominciano a sentire gli
ottimi profumi di chi si è già messo ai fornelli anche se in ogni cella si
cucina una pietanza diversa. Nello scandire del tempo si arriva all’ora
di “cena” – verso le 17,30 – della quale si è dato già un breve cenno nei
paragrafi precedenti mentre chi sta preparando una pietanza in cella non ha
indicazioni di orari nel senso che se tutti i cancellini sono d’accordo si può
mangiare anche alle 19,30 quando si arriva alla “chiusura” e si torna tutti in
cella fino al giorno dopo. Ovviamente non va trascurato l’igiene con un
accurata pulizia dei piatti, delle pentole, delle posate, etc….Infine ci si prepara per la notte,
decidendo tutti assieme cosa vedere in tv aspettando il giorno successivo
quando si ricomincerà la solita giornata con la solita routine ma in tutto
questo malgrado la monotonia tutti abbiamo capito che il destino non puoi
cambiarlo e la routine ti insegna anche a sfidare te stesso, a comprendere i
piccoli o grandi errori commessi ed a diventare persone migliori.
In questa “giornata tipo” si deve tenere
conto anche di altri due fattori: quello principale è la sanità in sezione che
può essere brevemente descritta come un mero passaggio di un infermiere tre
volte al giorno cioè all’apertura, alla chiusura pomeridiana ed in chiusura
serale. L’infermiere è “il braccio esecutivo” di un medico della sezione
sanitaria del carcere: la differenza di queste due figure è sostanzialmente che
l’infermiere è a contatto tre volte al giorno con i detenuti ma ha la
limitazione di eseguire solo gli “ordini” del medico che al contrario, è
presente in sezione solo una volta a settimana o lo si può incontrare
straordinariamente presentando una domandina
che verrà poi valutata dalla direzione sanitaria ……tutto questo iter
porta ad un dilatarsi dei tempi di intervento che a volte – in casi urgenti –
sono stretti ed in gioco possono esserci vite da salvare. Inoltre vi sono le terapie ad hoc che
vengono somministrate in casi eccezionali ad esempio per calmare – o sedare –
dei detenuti particolarmente “esuberanti” ai quali liberamente e senza
prescrizione medica, vengono dati farmaci volti alla sedazione che non fanno
altro che addormentare il soggetto: non viene valutato l’impatto che questa
libera scelta del medico/infermiere può portare a dipendenze croniche
soprattutto perché spesso i sedativi hanno come base l’oppio e quindi danno una
dipendenza cronica. Ciò significa far diventare dipendenti da un farmaco chi
magari ha problemi ad addormentarsi la sera. L’altro fattore da menzionare è che i
carceri italiani – Monza non è da meno - sono in costante sovraffollamento
quindi tutti i servizi o – spesso – disservizi, vanno “moltiplicati”: se un
carcere è costruito per ospitare circa 400 detenuti ma ne ospita il doppio se
non il triplo, le problematiche crescono esponenzialmente; scarsità di spazzi e
strutture, personale o il semplice utilizzo delle docce costituiscono un
problema soprattutto se si tiene conto che ad esempio nella nostra sezione ci
sono 3 docce per circa 75 detenuti dove spesso l’acqua non è calda e non ha
pressione sufficiente. Una giornata in sezione con le corrette
“regole di vita” potrebbe scorrere facilmente e serenamente ma tutti questi
piccoli problemi diventano enormi proprio per la difficoltà della direzione
carceraria a porvi rimedio. Nel mentre in cui stendevamo l’articolo,
uno dei redattori ha avuto la sorpresa di essere chiamato in sezione avanzata –
luce – dove mi è ritrovato in un ambiente ancora tutto diverso e da scoprire.
Infatti le dimensioni delle celle nonché
alcuni “accessori” presenti, sono estremamente diversi dalle sezioni. Le celle
hanno le dimensioni doppie rispetto alle chiuse e di conseguenza anche il bagno
ha dimensioni maggiori, vi è la doccia in cella e soprattutto c’è l’acqua
calda! Inoltre non si cucina con i fornelli da
campeggio visto che c’è una cucina vera e propria. In luce poi si può accedere ad un maggior
numero di corsi, così come viene data
una maggior possibilità di lavorare…..insomma tra la sezione aperta e la
sezione luce vi sono profonde differenze che ti permettono di poter vedere
passare le giornate in modo un po’ più leggero, l’aria è aperta dalle ore 08:00
alle 19:00 con la possibilità di giocare a palla a volo, calcetto, pin pong,
biliardino e box con la presenza quotidiana degli educatori. Insomma nella monotonia quotidiana va
valutata sia la possibilità di riabilitare chi ha sbagliato ma allo stesso
tempo vanno date al detenuto delle basi forti su cui riflettere aiutandolo a
migliorare se stesso e ad uscire come persona migliore.
Daniele P.
e Giacomo L.
da Oltre i Confini Beyond Borders inserto allegato a IL CITTADINO di Monza e Brianza
Commenti
Posta un commento