VERSI DIVERSI rubrica di poesia di Antonetta Carrabs su ORA




Da gennaio il Magazine ORA ospita la Rubrica di Poesia VERSI DIVERSI da me curata. Cercherò di dare voce ai tanti poeti che potranno così arrivare al grande pubblico. Le poesie più significative saranno pubblicate su ORA che, al momento, ha una ditribuzione di 100.000 copie su tutto il territorio nazionale, e sul sito della Casa della Poesia di Monza. Eugenio Montale nel discorso tenuto all’Accademia di Svezia nel 1975, in occasione del conferimento del Premio Nobel, disse: sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà. La poesia è un grido d’amore generalizzato per la vita, non ha tempo. E’ un canto corale, è la sorgente di ogni musica. La poesia ci mette davanti all’esistenza del mistero, davanti al significato profondo della realtà, dando un senso al continuo intrecciarsi incomprensibile della vita e della morte. La poesia è la parte magica di noi. Non è lì per acquietarci, non è un’evasione o un sogno. La poesia ci vuole consapevoli. Più consapevoli. E’ qualcosa che ci stimola, che ci dice che non dobbiamo fermarci alla superficialità delle cose. Quante persone oggi cercano vanamente surrogati di una felicità irraggiungibile? Quanti vivono in modo disarmonico, pericolosamente dissociati da quei ritmi profondi ed eterni che dovrebbero scandire la vita dell’uomo? La poesia può salvarci la vita, va affermando da tempo la poetessa Donatella Bisutti. Ha il compito di condurci verso quel centro dove possiamo trovare il cordone ombelicale che ci unisce all’universo, in cui la parola diventa significato ed emozione, gioia e dolore, pensiero e sentimento, intelletto ma anche cuore. E il cuore vive di misteriose corrispondenze. In quel centro la nostra anima si congiunge all’anima del mondo. Ed è il linguaggio “magico” della Poesia l’unico capace di coniugare la nostra mente raziocinante con il nostro inconscio profondo. Ma allora, è proprio vero che la poesia può salvarci la vita? Per il poeta si, è possibile. La poesia può aiutarci ad arrestare il disperato istinto di fuga che nasce dentro di noi e che spesso è il frutto della separatezza. Leggete la Poesia, scoprirete la chiave per accedere a quel centro interiore dove si fondono, con armonia, le esigenze del nostro corpo con quelle dello spirito, dove il piccolissimo può coniugarsi con l’immenso. Scrivetemi, invuiatemi le vostre poesie:antonetta.carrabs@lacasadellapoesiadimonza.it 

Marilyn la stanza a Norma
Benché nel nome transitasse sin dagli albori il germe
della tragedia, tu non potevi che intera splendere
nella costellazione delle regine che non esiste
in quest’aria dove il canto di Maria trasporta i cieli
e un poeta piange Dio nel baratro di un verso,
ma tu non hai ucciso per amore nessun figlio:
siano esonerate le generazioni dei padri
che consegnarono alla tua immagine il primo seme
dell’adolescenza, in quell’arcaico moto di gratitudine.
Chanel numero cinque il tuo quinto potere, una
goccia in cui tutti avrebbero desiderato vivere
o dormire, circondarsi, farsi grandi, presidenti,
sognatori non vedenti, barbiturici o tamerici.
Benché il cinematografico dio da marciapiede
ti scritturasse frivola e ventilata, tu scrivevi
nei diari invisibili versi tristi come la memoria
sola come il sole nella solitudine dei soli.
Ma tu non sei più nel bronzo decimato d’agosto
né avvolta nella seta sottomessa della fine
ora abiti tra i colori atlantidei di Warhol
e i musei del mare che dal profondo ridono, eccoti.
da “Umana, troppo umana – Poesie per Marilyn Monroe”(A.A.V.V. Ed. Aragno, 2016)


GIANPAOLO G. MASTROPASQUA (novembre, 1979) Psichiatra, Maestro di Musica, clarinettista, si è perfezionato inoltre in Bioetica. Personalità eclettica e “fuori dal coro”, è considerato uno dei più giovani e talentuosi poeti italiani. È nato a Bari, ha vissuto sul colle di Santeramo e, dopo vari periodi di studio trascorsi in Spagna e nel Nord, attualmente ha scelto di vivere a Lecce, dove lavora in qualità di dirigente medico presso l’ASL. Ha dato alle stampe Silenzio con variazioni (2005), Andante dei frammenti perduti (2008), Partita per silenzio e orchestra (2015) e recentemente, in edizione bilingue, Danzas de Amor y Duende per l’Editorial Enkuadres di Valencia. Alcuni suoi testi sono stati tradotti in spagnolo, inglese, rumeno e greco. La maggior parte della sua produzione, scritta una decina di anni fa, è tuttora inedita.


Restiamo ancora negli Stati Uniti, lungo l’Atlantico che imperla le scaglie/ dei notturni sollevati dalle stelle/ si aspetta sotto il ponte/ il battello composto dalle stagioni. i versi del poeta lucano Andrea Galgano ci conducono sul ponte di Brooklyn, sul Brooklyn Bridge, completato nel 1883 su progetto dell'ingegnere tedesco John Augustus Roebling, il primo ponte costruito in acciaio, per lungo tempo definito il ponte sospeso più grande al mondo. Ed è nel braccio di mare interno alla città di New York dove si infiltra la intatta bellezza degli archi,/intaglia il moto delle rade dell’East River/come scroscio di candore curvato che la poesia tocca le più alte vette.

Brooklyn Bridge
Il paradiso della inaccessa luce
attraversa le torme di acqua incantata
che disanellano l’acciaio delle travate
quale arcadia di alba
ondeggia sul fiammeo tempo
del giorno sui moli
il foglio delle panoramiche
svela maestà alla notte
e la baia si affretta sui parapetti
sono venti scoperchiati
e benzina del traffico sui sottopassi,
sole estremo sul ghiaccio relitto
e andatura di ponti che si incrociano
le nostre cartoline sono voci camicie
dove trapela l’altezza delle soglie,
la ricompensa sfumata dei cieli che elogiano
domande e sguardi amanti
quale traffico infuoca le vertigini
l’inverno frastagliato dei piloni
e l’Atlantico che imperla le scaglie
dei notturni sollevati dalle stelle
si aspetta sotto il ponte
il battello composto dalle stagioni,
la stirpe delle torri
sulle magnolie dei graniti
e le sfere degli idiomi come stanze umane
la donna scialbata in grigio compatta l’Eterno
dove passano gli occhi sulle recisioni
di blu implacato.
Si infiltra la intatta bellezza degli archi,
intaglia il moto delle rade dell’East River
come scroscio di candore curvato.
Downtown (Aracne, 2015, tavole di Irene Battaglini, prefazione di Giuseppe Panella)

Andrea Galgano (1981), poeta, scrittore e critico letterario, è nato e cresciuto a Potenza. Collabora con il periodico on-line Città del Monte, per il quale è editorialista e curatore di poesia e letteratura. È docente di letteratura presso la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato e fondatore e direttore responsabile di «Frontiera_di_pagine_ magazine_on_line», coordina il progetto di ricerca sul senso religioso in Giacomo Leopardi per International Foundation Erich Fromm e lo sviluppo dei processi di formazione letteraria nelle professioni intellettuali per la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm. Ha scritto i libri di poesie Argini (Lepisma editrice, prefazione di Davide Rondoni) e Downtown (Aracne, 2015, tavole di Irene Battaglini, prefazione di Giuseppe Panella) ed è membro del comitato scientifico della collana “L’immaginale” per Aracne editrice, Roma, per la quale ha pubblicato i saggi Mosaico (2013) e Di là delle siepi. Leopardi e Pascoli tra memoria e nido (2014), e con Irene Battaglini il volume Frontiera di Pagine (2013) che raccoglie saggi e interventi di arte, poesia e letteratura, e il catalogo Radici di fiume (Polo Psicodinamiche, 2013), un intenso percorso simbiotico di arte e poesia.

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