Lettera aperta a Sumaya Abdel Qader

 

“ Per non prestarmi alle inutili e sterili strumentalizzazioni di questi giorni emerse intorno al mio nome ho deciso di ritirare la mia disponibilità a ricoprire l’incarico di presidente della commissione cultura…” in una lettera aperta sulla sua pagina facebook Sumaya Abdel Qader annuncia alla sua amata Milano e al mondo la rinuncia alla presidenza della Commissione Cultura del Comune di Milano. “ mi rendo conto di essere una pioniera – scrive- su molti fronti e la vita dei pionieri è difficile. Pionieri significa, spesso, non essere compresi, ma significa anche rompere tabù e aprire dibattitti necessari per stare al passo con la società in veloce trasformazione. Significa vincere delle sfide e perderne altre. Significa mettersi in gioco al cento per cento pronti a ricevere il meglio e il peggio.
Mi sento di dirti, cara Sumaya, che pionieri vuol dire anche essere coraggiosi perché combattere per l’eguaglianza e la non discriminazione, per la giustizia e lo stato di diritto, per la libertà dalla paura e dal bisogno significa essere cittadini del mondo e per il mondo. Hai ragione quando dici: teniamo alta l'asticella dei diritti, delle pari opportunità, l’impegno contro le discriminazioni. Bisogna aver coraggio. È ora il tempo del coraggio. Non cediamo sui diritti sociali, politici, civili ed economici. Tuteliamo le persone e i gruppi di persone.
Hai ribadito che la tua candidatura di due anni fa era: per servire i cittadini e la città per portare avanti battaglie sui diritti (civili, sociali, economici, politici), per rompere stereotipi e pregiudizi, per aprire dei dibattiti e confronti sul senso della pluralità che sta caratterizzando sempre più l’Italia e nello specifico Milano. Il tuo ingresso a Palazzo Marino aveva restituito la speranza che qualcosa nell’aria stesse cambiando, che le persone finalmente venivano valorizzate per il loro merito, al di là della propria religione o dell’appartenenza ad una diversa etnia. Il tuo ruolo istituzionale l’avevo recepito così, come tu l’hai descritto, con la finalità di : rompere tabù e aprire dibattitti necessari per stare al passo con la società in veloce trasformazione.
So cosa vuol dire essere in prima linea  a tutela dei diritti umani, lottare contro ogni tipo di violenza e a difesa delle donne; qualche volta anche io, come te, mi sono sentita una pioniera pronta a mettersi in gioco al cento per cento per ricevere il meglio e il peggio. Oggi mi sento di dirti di avere fiducia e di non arrenderti mai perché fino a quando ci saranno città come Milano che riescono ad includere, che non discriminano, che sono all’avanguardia sul fronte delle battaglie per i diritti civili, che riescono ad aprirsi con coraggio al mondo, che sanno essere solidali e universali, possiamo ancora sperare in un vero cambiamento.
Ti abbraccio.
Antonetta Carrabs Presidente Zeroconfini Onlus

NOTA STAMPA: SCELGO MILANO
Martedì è uscita sul Corriere della Sera di Milano la proposta non ancora formalizzata della mia candidatura alla presidenza alla commissione cultura. Proposta per la quale mi ero resa disponibile in quanto per me sarebbe naturale diventare presidente della commissione, dopo due anni di vicepresidenza, per portare avanti con continuità il lavoro iniziato dalla Presidente Bocci. Un incarico che per me sarebbe un onere ed onore. Per non prestarmi alle inutili e sterili strumentalizzazioni di questi giorni emerse intorno al mio nome ho deciso di ritirare la mia disponibilità a ricoprire l’incarico di presidente della commissione cultura. A volte ci troviamo a dover scegliere tra ciò che è giusto e meritorio e ciò che è opportuno fare. E’ giusto e credo di meritare la presidenza della commissione cultura, ma umilmente riconosco che non sia politicamente opportuno, oggi. ll mio percorso continua, più forte di prima al servizio dei cittadini nella via del dialogo, ascolto, costruzione di percorsi inclusivi. Voglio unire e costruire ponti ma riconosco che a volte bisogna rallentare. Non voglio prestarmi a chi intende usare il mio impegno politico per dividere e rafforzare paure e pregiudizi. Possiamo dire che è una sfida persa? Forse sì, non certo per me, ma per la città che si batte nella via del riconoscimento dei pieni diritti, dell’inclusione e della reale libertà degli individui di essere considerati per il merito. Due anni fa mi sono candidata per servire i cittadini e la città, per portare avanti battaglie sui diritti (civili, sociali, economici, politici), per rompere stereotipi e pregiudizi, per aprire dei dibattiti e confronti sul senso della pluralità che sta caratterizzando sempre più l’Italia e nello specifico Milano. Milano, è la città di cui mi sono innamorata 20 anni fa appena arrivata dalla colline umbre. Milano mi ha accolta includendomi e travolgendomi nel suo stile sofisticato, avvincente lanciato verso il futuro. Milano, mi ha dato e continua a darmi molto. Milano all’avanguardia sul fronte di molte battaglie per i diritti. Milano, città aperta al mondo e all’innovazione, che ha saputo eleggere la prima consigliera di fede musulmana in una metropoli italiana, di cui vado fiera e grata. Mi rendo conto di essere una pioniera su molti fronti e la vita dei pionieri è difficile. Pionieri significa, spesso, non essere compresi, ma significa anche rompere tabù e aprire dibattitti necessari per stare al passo con la società in veloce trasformazione. Significa vincere delle sfide e perderne altre. Significa mettersi in gioco al cento per cento pronti a ricevere il meglio e il peggio. Faccio un appello: teniamo alta l'asticella dei diritti, delle pari opportunità, l’impegno contro le discriminazioni. Bisogna aver coraggio. È ora il tempo del coraggio. Non cediamo sui diritti sociali, politici, civili ed economici. Tuteliamo le persone e i gruppi di persone. E’ questo lo spirito che terrà viva e sana la nostra Democrazia. Grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono. Agli autori di centinaia e centinaia di messaggi ricevuti in mio appoggio. Grazie a chi si è speso per me, mettendoci la faccia. Grazie a chi mi ha fatto gli auguri e congratulazioni anticipate pensando che fosse cosa fatta (ragazzi porta sfiga però eh!). Grazie al mio assessore alla Cultura, Filippo del Corno, che si è speso pubblicamente a mio sostegno. Grazie al mio Gruppo Consiliare fermo e compatto al mio fianco. E grazie al Sindaco che mi dà fiducia cercando di tenere un difficile equilibrio politico.
dalla pagina Facebook di Sumaya Abdel Qader

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