HO SUBITO VIOLENZA
Questa lettera è stata scritta da un detenuto che ha provato a raccontare uno stupro calandosi nei panni di una donna. E. B. fa parte della redazione Oltre i Confini, il giornale nato nel carcere Sanquirico di Monza che Il Cittadino di Monza e Brianza pubblica ogni due mesi all'interno del proprio giornale.
Sono stata violentata. Non l'ho
cercato, non l'ho provocato, non l'ho voluto. Nessuno è intervenuto in mia difesa,
neppure le persone che mi passavano davanti e vedevano la scena. Per paura o
indifferenza non lo so. Mi hanno lasciata da sola con
quell'animale privo di umanità e di pietà. Non so giudicare se era un malato di
mente, un frustrato, o solamente un bastardo. Non ho questa capacità, ma non lo
potrò mai perdonare. A nulla è servito gridare con tutta la
voce che avevo in gola. A nulla è servito provare a liberarmi. Un uomo è fisicamente più forte di una
donna. Ha vinto lui. Avevo una minigonna e mi sono sentita
dire che l'ho provocato, che è stata colpa mia. Una umiliazione devastante, la paura
che non passerà mai. Mio marito mi evita come fossi sporca,
come se l'avessi tradito. Ho subito un processo mediatico che mi ha sbattuta in
prima pagina. La gente si gira a guardarmi quando passo. Sento i loro commenti
sussurrati. Non so se avrò la forza di continuare a
vivere. Ho perso tutto. Ho perso la dignità, la famiglia, l'amore per la vita. Mi è
rimasta solo la paura. La paura di uscire di casa, di stare in
mezzo alla gente, di avere rapporti con un uomo. Volevo un figlio. Oggi non penso che avrò mai il coraggio di farlo. Ogni volta che un uomo mi tocca, anche
solo per darmi la mano, rivivo quei momenti di angoscia. A volte penso al suicidio. Voglio portare la mia testimonianza nella giornata dedicata
alla violenza sulle donne affinchè la società si faccia carico di noi, prenda coscienza
di cosa è veramente uno stupro. Una violenza che porta una
donna alla morte dentro per vergogna. La donna è la madre dei nostri figli,
è la prosecuzione della specie, merita molto più rispetto di quello che gli
diamo. La donna è la fonte della vita. Ho scritto questa lettera aperta per provare ad immedesimarmi in una donna che subisce violenza. Ho provato un senso di
angoscia e di sgomento, di paura e rabbia.
Erminio B.
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