Ezio Bosso e il potere magico della musica
“Sono
un essere umano, uno solo, se vi girate a guardare ne trovate tanti". (E.
Bosso)
“La musica è la vera terapia, è necessaria perché ci insegna la vita e ci
aiuta ad essere umani. Dirigo con gli occhi, con il sorriso, mando baci quando
qualcuno ha fatto bene. Ho davanti a me un mondo di suoni fatti di primi e
secondi violini, violoncelli, bassi, flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni,
trombe, tromboni, percussioni. Abbiamo
bisogno di musica per essere umani, per tornare a essere una società. Il potere
magico della musica è infinito grazie a quella partitura che ci rende tutti
uguali, un’unica società che lavora per essere migliore.” La musica per Ezio
Bosso è stata la passione più grande, la
sua ragione di vita; la
musica era per lui una necessità, era come respirare, era come l’acqua, era
come la poesia per Ernesto Cardenal e cioè “canasta basica” il paniere dei beni
essenziali per la vita come il pane, l’olio. Bosso nasce a Torino il 13 settembre 1971. Gli studi lo porteranno a Parigi all’età di 16 anni
dove debutta
come solista. In seguito frequenta l’accademia di Vienna dove studia
contrabbasso, composizione, direzione d’orchestra. Suonerà come contrabbassita
nella Chamber Orchestra of Europe di Claudio
Abbado. Con l’Associazione Mozart14 porterà la musica nei luoghi del
dolore, nelle carceri, negli ospedali. Pianista, compositore e direttore d’orchestra, dal 2011 conviveva con una malattia neurodegenerativa che l’aveva costretto in carrozzella.
La
vita purtroppo non è stata generosa con lui: si ammala anche di cancro e muore a
Bologna all’età di 48 anni. Nel mese di settembre dello scorso anno rinuncia a suonare il
pianoforte a causa dei forti dolori alle mani; il fisico è molto provato ma,
non appena sale sul predellino del direttore, Bosso si
trasforma, è un’altra persona. La passione che lo guida gli fa vincere anche il
dolore. Un musicista che voleva cambiare il mondo: “l'arte e la bellezza sono contagiose e sarà così
che cambieremo così il mondo", andava ripetendo. Era figlio di operai e, fin da bambino, ha lottato col
pregiudizio che un povero non avrebbe potuto fare il direttore d'orchestra. Lo studio è stato un riscatto. “Lasciamoci
guidare dalla musica – diceva - perché la musica è anche un gesto di umiltà. Puoi
riconoscere la grandezza dell'altro e diventi grande insieme a lui". La
sua prematura scomparsa ha commosso anche il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella che così ha dichiarato: “sono rimasto molto colpito
dalla prematura scomparsa del maestro Ezio Bosso. Desidero ricordarne l'estro e la
passione intensa che metteva nella musica, missione della sua vita, e la sua
indomabile carica umana". E’ venuto a mancare il pianista che sapeva far
commuovere, l’uomo che ha lottato come un leone fino alla fine e che ha
trasformato ogni sua sconfitta in una rinascita.
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