L'antica storia di Monza
L'antica
storia di Monza raccontata dal poeta Balestrieri, uno dei frequentatori del
cenacolo dei poeti e letterati della Villa Mirabello. Il parco prendeva il nome
di Bosco Bello con la sua selva, il serraglio dei cervi, le scuderie,la
cappelletta dedicata a nostra Signora del Soccorso, il lanificio sulle rive del
Lambro, le fiere e le feste religiose.
IL BOSCO BELLO
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Il BOSCO BELLO fa capo al maggiore di questi viali che attraversa il recinto
reale da mezzogiorno a levante per la lunghezza di 4 miglia ed alla sua
estremità forma un’area circolare a cui nettono 8 altri viali Qui potrebbero
farsi volendo, di bellissime corse di cavalli. Dal centro del BOSCO BELLO da
ciascheduno dei suindicati otto viali, si distingue alla portata d’occhio a
levante il serraglio dei cervi ed una vaga collina fra levante e mezzodì il
campanile di Omate, a mezzodì Monza, fra mezzodì e ponente la nuova scuderia
che ha le sembianze di un antico tempio A ramontana il palazzo del conte
Mellerio che sta sul colle del Gergnetto. E’ d’uopo confessare che è difficile
rinvenire un pezzo di consimile visuale, un sì sorprendente panorama e tuto ciò
in mezzo ad un’annosa romantica selva, ove il pensiero d’una quieta solitudine,
lungi dai romori aulici, e quello d’una vita pressocchè eremitica, elevano la
mente verso il cielo e ricordano i bei versi del Cantor di Laura: qui non
palazzi non teatri o loggie, ma in lor vece un abete un faggio, un pino, tra
l’erba verde e il bel monte vicino. Levan di terra al ciel il nostro
intelletto. Tutti i nazionali ed i stranieri visitatori del Parco Monzese
ammirano il Bosco Bello ed in nissun altro Parco sì d’Italia che d’oltremonte
asseriscono aver giammai incontrato una selva sì maestosa con una serie di
viste sì sorprendenti. Crescono d’assai i pregi di questo bosco, per chi sappia
che sino dal secolo XIV egli godeva di storica fama. Rinveniamo nelle
municipali ricordanze della città di Monza che la Selva dei Gavanti (così
denominavansi da un’antica e nobil famiglia Monzese in allora proprietaria)
avesse cinque miglia di circuito. In mezzo ad essa era stata fabbricata una
cappelletta dedicata a Nostra Signora del soccorso, colle spontanee offerte
giornaliere degli operai del Convegno Monzese, e ciò in voto alla Beata Vergine
per la prosperità del lanificio allora fiorente sulle rive del Lambro.
Quest’oratorio della Selva dei Gavanti passò in seguito da podere del Claustro
di Santa Maria delle Selve. A quest’epoca havvi tradizione popolare che
s’introducesse la costumanza di una festa che si facea celebrare annualmente il
15 d’agosto nella chiesa dai divoti di Nostra Siignora. L’anniversario giorno
festivo salì in pochi anni per il concorso di gente e l’amena situazione ad
altissima fama, e vi si aggiunse una fiera di galanterie e di manifatture di
que’ tempi, e specialmente in oggetti di ferro e d’armature che fu
frequentatissima in seguito dai Mlanesi, dagli abitanti del vicinato e da’
monzesi e brianzoli in ispecie. Vi si aggiunse eziando il costume, in allora
generale presso gli abitatori delle rive del Lambro di terminare la festa in
pasti ed in balli nazionali e per una serie d’anni si protraevano sino a notte
avanzata. Per tal cagione si cangiò la denominzazione primiera di Bosco dei
Gavanti in quella di Bosco Bello."
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