La mia preghiera alla luna















Una presenza di infinito, che non so dire, sorge sulla terra di ogni giorno

è una lampada che arde tutta, anche sul piccolo grano che si svela d’inverno

è un punto luminoso, una favilla che passa sopra le acque

è un raggio di poesia che si posa come un fiore sul davanzale della mia finestra

vibra e m’india con quel suo fiato divino che accende i pensieri.

 

Luna che mi spalanchi il Paradiso, rendimi notturna perché io sia rosa

lungo il filare delle viti che si aprono alla notte e al sole

fa che io possa, con la mia corolla di petali carnosi e rossi, incipriare il giardino dei vivi

che in questo mare di malinconia vive il suo tormento in gran tempesta e pena!

 

E mentre tu giaci serena e ti perdi nella distesa azzurra

i tuoi occhi ignari del mondo non sanno che sul monte è fiorita una croce

fa che il tuo canto sia un eterno annunciamento, una musica nel vento

fa che sia albero, erba e fiore, fa che sia porto nuovo, una stella

 

fa che si possa la sera perdersi ancora nel tuo incantamento

e cominciare la speranza, là dove ha avuto fine l’attesa

fa che la vita ancora viva fra le sue rovine e continui nel primo verde dei salici

e nel silenzio dei sistri, in ogni possibile orizzonte.

 


Antonetta Carrabs  (inedito)


Gennaio 2021

 

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