La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul
E' una notizia che non avremmo mai voluto leggere: La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di
Istanbul. Lo ha stabilito con un
decreto presidenziale il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ne ha annunciato il ritiro sabato 20
marzo, scatenando proteste nel paese e in tutto il mondo. La
Convenzione obbligava il governo ad adottare una legislazione che contrastava la violenza domestica, la
violenza coniugale e le mutilazioni genitali femminili. Secondo i conservatori
il provvedimento avrebbe minato l’unità familiare, incoraggiando il divorzio. Migliaia sono le persone che sono scese in piazza
a Istanbul, Ankara e Smirne contro la decisione di Erdogan. Secondo quanto
riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità, oltre il 38% delle
donne in Turchia è stata vittima di violenza da parte del partner e i femminicidi sono in costante aumento.
Voglio ricordare le poetesse turche che hanno
raccontato il loro Paese e la condizione della donna.
Gülten Akin (nata nel 1933), definita da alcuni critici “poeta
madre”. La prima donna che tratta i problemi della condizione femminile nella
Turchia moderna in modo personale e sociale è stata
Sennur Sezer, (nata nel 1943) ha
scritto a proposito di temi sociali, specialmente quelli delle donne
lavoratrici.
Nilgün Marmara (1958-1987) Ha
scritto una tesi su Sylvia Plath e, come quest’ultima, si è suicidata.
Lale Müldür (nata nel 1956), è una figura interessante e
creativa nella poesia moderna turca.
Didem Madak (1970-2011). Le sue poesie si possono chiamare
“storie moderne di povertà”.
Birhan Keskin (nata nel 1963)
generalmente tratta di temi amorosi e del mondo naturale.
Bejan Matur (nata nel 1968) è curda-alevi ma parla spesso dell’Islam sunnita, usando il linguaggio dei testi sacri. Degne di menzione sono anche Gülseli İnal (1947), Leyla Şahin (1954), Neşe Yaşın (1959) e, tra le generazioni più giovani. Müesser Yeniay. I suoi versi trattano di tematiche femminili in generale.
Lamento
Essere
donna
significa
essere invasa, o mamma!
mi
hanno preso tutto
una
donna mi prese la mia infanzia
un uomo il mio essere donna…
Dio
non dovrebbe creare la donna
Dio non sa come partorire
qui,
le costole di tutti gli uomini
sono fratturate.
Il
nostro collo è sottile come un capello
gli
uomini ci trasportano
come ad un funerale sulle spalle.
Siamo
state sotto i loro piedi
leggere
come piume
abbiamo volato da un mondo ad un Adamo
e
le mie parole sono, o mamma!
le loro impronte…(traduzione di Silvia Pio)
La Convenzione di Istanbul è "il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza", ed è incentrata sulla prevenzione della violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire i trasgressori.
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