Maria Anna Mozart
Ci sono state, nel tempo, donne di grande talento alle quali sono state preclusi riconoscimenti e successi, così come lo è stato per Maria Anna Mozart, la sorella maggiore del celebre Wolfgang Amadeus Mozart. Compositrice, pianista e clavicembalista, musicista di grande abilità, purtroppo, dimenticata dalla storia perché, all'epoca, solo gli uomini potevano affermarsi. I parenti e gli amici la chiamavano affettuosamente Nannerl che in ebraico significa "benedizione di Dio". Maria Anna Mozart nasce a Salisburgo il 30 luglio del 1751; figlia di Leopold Mozart e di Anna Maria Perti. Suo padre Leopold, riconosce, fin da subito, il suo talento e le impartisce personalmente lezioni di musica, già a partire dall’età di 7 anni. Maria Anna era particolarmente dotata nel suonare il pianoforte e il clavicembalo, fu lei a trasmettere ad Amadeus la passione per la musica. Nel 1762 l'imperatrice austriaca Maria Teresa volle che Maria Anna e Amadeus suonassero davanti alla corte imperiale di Vienna. Fu un grande successo. Fu in quella occasione che Leopold maturò l’idea di portarli in tournée per l'Europa. La fama dei due fratelli divenne ogni giorno maggiore. In quel periodo incominciarono a comporre le prime opere. Leopold andava affermando che Maria Anna fosse una delle migliori musiciste d'Europa; in molti riscontrarono che il talento di Maria Anna fosse perfino superiore a quello del fratello. Quando la giovane raggiunse la maggiore età, purtroppo, il padre l'allontanò dal palcoscenico. Maria Anna smise di affiancare suo fratello nei concerti, ma continuò a comporre in privato. Amadeus, che al contrario della sorella, non tollerava le intromissioni paterne nella sua vita privata, cercò invano di aiutarla. L’unione e l’affetto che li legava era profondo; spesso Wolfgang le rivolgeva espressioni burlesche chiamandola Mariandel.
Il 17 febbraio del 1770 le scrive da
Milano: eccomi anch’io, sono tutto per te, Mariandel, e sono felice con tutto il
mio culo che tu ti sia così orrendamente divertita; […] ti mando cento baci,
grandi e piccoli, sulla tua meravigliosa faccia da cavallo…gioisco con tutto il
cuore che tu ti sia divertita a correre sulla slitta e ti auguro mille altre
occasioni di divertimento, così che tu possa avere una vita allegra. Una cosa
sola mi dispiace: che tu abbia fatto sospirare e struggere Herr von Mölk e poi
non sia andata in slitta con lui, temendo che ti facesse ribaltare. Quanti
fazzoletti egli avrà inzuppato quel giorno, piangendo per causa tua!
Sicuramente prima avrà preso un’oncia di tartaro, per spurgare le schifezze che
infestano il suo corpo. Mozart si preoccupava per la sua salute
spesso precaria; il 14 agosto del
1773 le scrive questa lettera da Vienna: spero, o mia
regina, che tu goda di ottima salute e che tuttavia di tanto in tanto, o
piuttosto di quando in quando, o meglio talvolta o ancor meglio qualche volta,
come dicono gli italiani, tu voglia sacrificarmi qualcuno dei tuoi
importantissimi e urgentissimi pensieri, che in ogni momento discendono dal più
bello e dal più saldo degli intelletti, che tu possiedi a fianco della tua
bellezza, e benché nulla quasi di quanto sopra in sì teneri anni e da una donna
si pretenda, tu, o regina, in tal misura lo possiedi da confondere ogni uomo e
finanche i vecchi. Addio. (Eccoti qualcosa di serio!) Per il suo onomastico, nel 1776, compose il brano
musicale Divertimento “Nannerl Septett” K 251 con il quale le manifesta tutta
la sua tenerezza, premurandosi di rassicurarla che la distanza fisica non aveva
intaccato il suo affetto per lei. E quando si dimentica di mandarle gli auguri
per il suo onomastico le scrive: so bene che, come me del resto, tu non ami
le parole altisonanti e sei certa che ti auguro con tutto il cuore la felicità
che desideri, non solo oggi, ma ogni giorno, e che te l’auguro sinceramente,
quanto può essere sincero un fratello che tiene al bene della propria sorella.
Mi spiace non poter scrivere un brano musicale in tuo onore, come alcuni anni
fa. Spero, d’altra parte, che non si sia allontanato quel momento felice in cui
un fratello e una sorella, un tempo così uniti e affezionati, possano di nuovo
dirsi quello che pensano e hanno nel cuore. Per intanto addio, stammi bene, e
voglimi bene come io voglio bene a te. Ti abbraccio con tutto il mio cuore, con
tutta la mia anima e rimango per sempre il tuo fratello sincero e leale.
(20 luglio 1778, Parigi).
Amadeus era molto preoccupato del
controllo che suo padre esercitava sulla famiglia e soprattutto su sua sorella,
tato che, spesso, le suggerisce di allontanarsi e sottrarsi a quella situazione,
di prendere la sua strada, così come aveva fatto lui. Le consiglia di trasferirsi a Vienna con il suo innamorato,
il maggiore dell’esercito Franz Armand d’Ippold: credimi, carissima sorella,
che sono oltremodo serio nel dirti che la cura migliore per te sarebbe un
marito, e vorrei con tutto il cuore che tu ti sposassi presto. […] A
Salisburgo, per te e d’Ippold ci sono pochissime prospettive; anzi, direi
nessuna. Ma d’Ippold non potrebbe riuscire a trovare qualcosa qui? Immagino che
egli non sia completamente privo di mezzi. Chiediglielo, e se trova questa idea
in qualche modo attuabile, non deve far altro che dirmi quali passi
intraprendere per aiutarlo […]. Se il progetto riesce, potreste senza dubbio
sposarvi; infatti, credimi, anche tu potresti guadagnare bene qui a Vienna, per
esempio suonando in concerti privati e dando lezioni. Saresti assai richiesta e
ben pagata. (19 settembre 1781)
Purtroppo Nannerl non seguì il consiglio del fratello, non sposò d’Ippold (pare non fosse gradito a Leopold proprio perché la sua posizione non era abbastanza agiata) e non si mosse da Salisburgo. Prese marito all’età di 33 anni, nel 1784, unendosi in matrimonio ad un uomo molto facoltoso, vedovo due volte e padre di cinque figli: il barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg. Un matrimonio di convenienza, molto probabilmente, o forse un tentativo di riscatto per il fatto che suo padre aveva sempre avuto nei confronti di suo fratello una spiccata predilizione. Si trasferì nella casa del barone a Sankt Gilgen, abbandonando per sempre la musica, prendendosi cura della famiglia di lui. Leopold Mozart cercò di mantenne il controllo sui figli con continui ricatti emotivi fino a metterli uno contro l’altro. Dopo il matrimonio di Nannerl, Amadeus continuò a scriverle lettere e a comporre opere, motivandola e spingendola a suonare. I due fratelli si allontaneranno, forse, anche grazie alla figura di Costanze, la moglie di Amadeus, con cui Maria Anna non ebbe mai altra relazione se non quella che imponeva la cortesia. Quando morì Leopold, nel 1787, Nannerl non informò personalmente Wolfgang, anzi, non gli aveva fatto neanche sapere che stava male. Da allora in poi, i contatti epistolari tra i due si fecero sempre più freddi e radi. Nannerl si tenne numerosi oggetti di valore, tra i quali alcuni strumenti musicali e i gioielli ricevuti in dono durante le tournée degli anni dell’infanzia. Restituì a suo fratello, con molta resistenza, le partiture delle sue composizioni. Amadeus, a causa dei debiti, negli ultimi anni della sua vita soffrì di depressione. Fino alla sua morte, nel 1791, i due non si incontreranno più. Dopo la morte del fratello Nannerl collaborò con i suoi biografi e con gli editori delle sue musiche immortali, contribuendo così alla creazione del mito. Nel 1801 morì anche suo marito; a cinquant'anni Maria Anna si ritrovò sola a prendersi cura dei suoi due figli e dei quattro figliastri. Ma questa difficile situazione comportò, paradossalmente, la possibilità di ricominciare a vivere: tornò a Salisburgo e lavorò come professoressa di musica, riuscendo a mantenersi comodamente fino alla fine dei suoi giorni. Negli ultimi anni la sua salute peggiorò notevolmente e nel 1825, quattro anni prima di morire, perse la vista. Non abbiamo nessuna composizione di Maria Anna Mozart. Dato che Maria Anna componeva per Amadeus affinchè imparasse a suonare, trasportando su carta le sue melodie, si discute, ancora oggi sulle prime opere di Mozart. Restano le testimonianze di Amadeus e di suo padre Leopold sul suo straordinario talento. Nessuna delle sue composizioni è giunta a noi. Sappiamo che Amadeus, allora quindicenne, le scrisse "Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose".
- Antonetta Carrabs
Articolo pubblicato sul magazine LEISTYLE di settembre 2022
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