FAUSTO COPPI e GIULIA OCCHINI
Giulia
Occhini fu rifiutata e condannata dall'Italia bigotta del dopoguerra che non le
perdonerà mai di avere abbandonato figli e marito per correre tra le braccia di
un uomo sposato. Tacciata per adultera, finirà i suoi giorni, dopo la morte di Fausto
il 2 gennaio del 1960, in isolamento volontario a Villa Coppi a Novi Ligure. Fra
il grande campione e la dama bianca
nacque in principio un’amicizia profonda che si trasformò presto in un amore
così travolgente da sfidare le convenzioni e le leggi del tempo. Vissero i
primi due anni di incontri furtivi, sotterfugi e bugie. La loro relazione fu
una vera sfida a tutta la società dell’epoca e alle sue convenzioni, causando
conseguenze drammatiche ad entrambi. «Religione, codice e costume sono i tre elementi che congiurano
per fare dell’adulterio il peggior reato che si possa commettere in Italia. Le
sue conseguenze durano tutta la vita.
Di fronte alla nostra società può
riabilitarsi il ladro e perfino l’omicida, non l’adultera» scriveva il
professore Mario Luzzatti, noto matrimonialista. E’ la mezzanotte di un giorno
di settembre del 1954 quando, dopo la denuncia presentata dal marito della
Occhini, il pretore, il brigadiere, l’appuntato e il medico di Novi Ligure si
recano a Villa Carla, dove vivevano i due amanti, per pescarli in “flagrante
reato”. Coppi li accoglie in vestaglia, la Occhini in ordine. Ispezionano ogni stanza della villa in cerca di prove.
L’appuntato allunga la mano sul letto ancora caldo. E in nome della legge e
della pubblica morale, ritengono che quella sia la prova schiacciante per contestare
a Coppi il reato di adulterio con conseguente ritiro del suo passaporto,
mentre traggono in carcere la Occhini che sconterà un mese di detenzione, costringendola, poi, al domicilio coatto da
una zia, ad Ancona. Si erano incontrati per la prima volta l’8
agosto del 1948, alla partenza della Tre Valli Varesine: “Voglio un autografo!”
gli disse Giulia facendosi largo tra i tifosi. Da quel giorno, a casa Locatelli,
la più grande tifosa di Coppi diventerà Giulia. Si sposeranno in Messico con un
matrimonio mai riconosciuto in Italia. Dalla loro unione nasce, nel 1955 a
Buenos Aires, Faustino, il piccolo Coppi.
Carissimo Fausto, Io sono una donna sposata, con figli, non posso
permettermi un’avventura: Mi sento molto attratta verso di te, ma ho paura di
quello che potrà succedere domani. Io non so fingere. Giulia
Carissima Giulia, Neanch’io so fingere, però so soltanto che non voglio
privarmi di te. Ho sacrificato la mia vita non so per che cosa: Non so perché
mi sottopongo a questi terribili sforzi, non so perché vado a ramingo per il
mondo, come se volessi fuggire da qualche cosa che mi dà pena e mi fa
paura....Giulia io sono solo, soltanto quando corro sono felice, ma poi quando
la corsa finisce non vedo l’ora che ne cominci un’altra, e poi un’altra e
un’altra ancora.... ma si può vivere così ? Voglio stringerti, baciarti,
tenerti stretta, guardare con te il sorgere del sole, portarti al mio braccio e
camminarti accanto senza doverci nascondere. L’amore non è mai offesa. Chissa' se
sarà possibile, un giorno, condividere questa felicità che sento
esplodere dentro. Ti aspetto fra tre giorni a Tortona, andiamo in Francia, ho
rinunciato al Tour, ma vorrei vederlo da spettatore con te, mio raggiante tutto….mio unico amore. Per sempre, staremo insieme per sempre. Ci ho
pensato, so che ci saranno tanti problemi e che andremo incontro a difficoltà
enormi ma tante persone riescono a divorziare e risposarsi. Perché noi non
potremmo riuscirci ? Stai tranquilla, non sei sola. Per i bambini troveremo un
modo per farli stare con te. Non sarà facile, lo so, ma, io non ti lascio più,
ti tengo con me per sempre. Fausto
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