MARIA CALLAS e ARISTOTELE ONASSIS
“Conobbi Aristotele Onassis, un uomo affascinante, sincero, spontaneo, nel 1957. Diventammo amici. Mi faceva sentire la regina del mondo. Aristo, amore mio - gli scrissi da Parigi il 31 gennaio del 1968 in una lettera d’amore struggente- fa di me ciò che vuoi. Sono tua. La tua anima. Maria.
Maria Callas era una donna combattiva, con un’infanzia difficile. Per niente avara, al contrario. Viveva con Meneghini, suo marito, in una villa con giardino, a Milano. Quando non cantava conduceva la vita di una ricca signora. Si occupava dei menù, andava dall’antiquario a scegliere mobili antichi: i suoi preferiti quelli veneziani del ‘700. Le piaceva molto andare per negozi. “Nella vita di tutti i giorni faceva cose banali – dichiarò la sua amica Giovanna Lomazzi - poi quando varcava la porta del teatro si trasformava nella Callas. Anche quando l’accompagnai a New York, per il debutto trionfale al Metropolitan, passavamo intere giornate a fare shopping. Alla fine io, che avevo 12 anni meno di lei, ero a pezzi, mentre lei aveva una grande resistenza fisica: andava a cantare, con un’adrenalina folle in corpo.
Si alzava tardi. Mangiava pochissimo: filetto tritato e verdure scondite. Seguiva con rigore la dieta che le aveva fatto perdere 50 chili. Aveva un viso molto particolare, incorniciato da due grandi occhi che truccava molto e due bellissime mani che sapeva muovere con eleganza sulla scena. Il suo declino incominciò a Dallas. Cantò la Lucia di Lammermoor per la regia di Zeffirelli. Si racconta che non arrivarono in tempo i costumi dall’Italia, ma lei non si disperò. Presero tre costumi di una corista e vi aggiunsero qualche perla. Fu un successo, ma lei si rese conto di aver cantato male. “Qui finisce la mia carriera” disse. Quella notte la passò a piangere.
Conobbe l’armatore Aristotele Onassis ad una festa. Ne seguì l’invito per una vacanza sul suo panfilo, il Christina. La Callas ci andò con suo marito Giovanni Battista Meneghini, industriale di laterizi e suo agente, più anziano di 28 anni. Quella vacanza fu l’inizio della sua tormentata storia d’amore con Onassis. Furono sorpresi nella cabina dell’armatore dalla moglie di lui, Tina che a Meneghini disse: «Siamo due disgraziati. La tua Maria è in salone, tra le braccia di mio marito. Te l'ha portata via. Mi spiace, ma per te. Io avevo già deciso di lasciarlo. Povero Battista, ma anche povera Maria: si accorgerà di che uomo è». Per anni la Callas affronta la gogna pubblica sui giornali. Onassis non la sposerà mai.
“Venni a sapere della sua storia con Jacqueline Kennedy dai giornali. Lo considerai un gran porco. La pagheranno entrambi. Fu come se avessi preso un colpo in testa. Cercherò di sopravvivere. Ho abbandonato una carriera incredibile: è facile dire niente rancore. Prego Dio per superare questo momento. Se cerco un Principe Azzurro? Spero di incontrare un vero uomo che mi accetti per quello che sono. È un porco. Mi ha tradita.”
Il 20 ottobre 1968 Onassis sposa a tradimento Jacqueline Kennedy. Se la cercò – disse Zeffirelli- attorniandosi di personaggi orribili come Onassis. E pensare che sul lavoro era perfetta. Se era stanca e doveva cantare, non parlava nemmeno al telefono, per non sprecare la voce. E quando affrontava il pubblico, iniziava l’incantesimo. Non solo per le doti canore, ma per le straordinarie capacità espressive.
Maria Callas muore a soli 53 anni.Alla governante Bruna scrisse:
«Fai spargere le mie ceneri nell' Egeo, abbraccerò il mio Aristo attraverso il mare».
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