Vengo dalla collina
“Un paese ci vuole, non fosse per
il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella
gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci
sei resta ad aspettarti.” (Cesare Pavese)
Vengo dalla collina e da una casa col balcone dove ho creduto per
molto tempo che il mio borgo fosse tutto il mondo, con le sue piazze, quella di
sopra e quella di sotto, che si spogliano quando il vento soffia d’infilata. Nel reticolo di
strade, scendendo verso il centro del paese, dopo il curvone lo slargo si apre in
un’occhiata e tutto lo contiene. Sono trascorsi molti anni e la distesa dei tetti
su quel paesaggio non è mutata. Ogni volta che il ricordo mi assale, mi prende
una malinconia mista a tenerezza che è fatta di volti, di persone, di voci, di straducole a mezz’aria; della voce di mia madre che siede nel suo angolo e che mi porta alla sua
vecchia casa, mentre io la chiudo nella stretta della mano per non tradirne la memoria. Rivedo i campi, le siepi
intorno al melo nell’aria che profuma di menta, le vie che si perdono tra i
casali; il fumo dei camini che sale pigro e si leva tra i rami che crepitano taciti di fronda, di fronda; la
corriera che sosta nella piazza e ronza ancora
gocciolante di pioggia; il silenzio, in quei pomeriggi d’estate dove sono nata, che si allunga come una lucertola al sole, ai piedi del
castello del principe dei musici. Sono partita
a vent’anni da questo mondo che odora di pane fresco e caldo, ma la mia mente
in rispondenza col passato non dimentica. Chi può dirlo qual è il giusto tempo? La mia terra è il richiamo di quel seme che custodisce le mie radici. Una terra
fertile e ricca di sorgenti d’acqua, dove si estendono gli ulivi, dell’odore della campagna durante la
vendemmia, delle fienagioni, delle sfogliature, del rumore delle fascine rotte,
del profumo del ragù della domenica e della pasta fatta in casa, del vino e
degli usci spalancati che odorano di bucato. Un paese vuol dire non essere
sola, vuol dire memoria, vuol dire ritornare a Itaca. E io, come Ulisse, faccio sempre ritorno alla mia vecchia casa.
Meravigliosa❤️Mi hanno accarezzata le tue parole e hanno toccato il mio ❤️con delicatezza. Mi sono ritrovata👏👏👏Grazie
RispondiEliminaGrazie davvero, le tue parole mi arrivano a cucchiaiate di sole. A
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