AMORI E MITI: Calipso e Odisseo
aculei luminosi che infuriavano inattesi
nella consumanza della notte
in tutto il lungo tratto
fino all’isola di Ogigia.
Aggrappato
alla chiglia della nave
Odisseo
giungeva nell’ombra defoliante di puerizianaufrago sulla nuova rotta.
Ogigia appariva simile a un vagito
simile alla squilla interna della mente
assetata di chiarore.
Ogigia
paradiso
nell’ombelico dell’eterno mare!Con i primi albori si colmava di ambrosia e rosso nettare
sui lunghi filari di vite piene di grappoli
Nel vento sottile del mattino
il profumo di cedro e oleandro
si perdeva oltre le azzurre cave
fino ai grembi verdi dei fiori.
nelle profondità
negli innumerevoli sussurri di natura.
Su quei morbidi prati fioriti di viola e di prezzemolo
anche un Dio avrebbe gioito nel suo cuore.
Calipso dai
riccioli belli
accoglie
così Odisseo, nel suo bulbo,lo nutre d’amore e di armonia compiuta
palpitante
come un uccello fra le chiome umide degli alberi
algebre distillate di primavera.
e la sua bella voce accompagna
la spola d’oro sul telaio.
Intorno alla spelonca gufi e sparvieri
e anche cornacchie ciarliere
fanno i loro nidi nella selva di ontani
di pioppi e di cipressi.
-No,
Argifonte, no
non posso
lasciarlo partire!
Vai Argifonte
vai da Zeus coi
tuoi bei sandali d’orocorri più che puoi sulle ali del vento
sulla terra infinita
con la tua verga incantata!
Vola più
forte
vola sulla
Pieria come gabbianoche dà la caccia ai pesci
e bagna nelle acque le tue ali folte.
Oh, crudeli
siete voi, Dei!
Crudeli con
Aurora dalle rosee dita
crudeli con Orione
che Artemide uccise coi miti dardicrudeli con Demetra dalle belle trecce
crudeli con Iasione
che Zeus uccise col fulmine fiammeggiante
crudeli con me, Calipso,
che accoglie e nutre
colui che i venti e i flutti spinsero fin qui
Io lo renderò immortale e immune dalla vecchiaia
per sempre.-
-Oh ninfa
Calipso… Zeus armato di egidia
mi ha
ordinato di venire qui contro la mia volontàho attraversato l’immensa distesa di mare
per raggiungere l’uomo
il più infelice
colui che
combattè per nove anni
intorno alla
rocca di Priamo.Nel decimo anno distrusse la città
e coi suoi valorosi compagni
intraprese il lungo viaggio verso casa
ma offesero Atena
che scatenò contro di loro venti funesti
e lunghe onde
i compagni perirono e i venti e i flutti
lo condussero qui con la sua nave
in mezzo al mare color del vino.
Commenti
Posta un commento