Diario di un viaggiatore di fine ottocento



6 agosto 1933. Partiamo da Milano alle ore 15,30. Il cielo è sfolgorante, il sole furibondo. Il treno non è affollato. Abbiamo per compagna di viaggio una bionda inglese. E’ snella, elegante, pare quasi annoiata dal caldo. Forse non gradirà la nostra compagnia. Siamo leggermente perplessi e perfino silenziosi. La signorina fuma un po’ nervosa. Si muove di frequente per trovare un po’ d’aria nel corridoio. E’ abbigliata piuttosto sommariamente. Senza ricercatezza, in verde a riquadri colorati su disegni proprio degli scozzesi. A Como il cielo è sempre limpido e il caldo uguale. Mezz’ora, e abbiamo già sorpassato Chiasso. Poco disturbo per la dogana. Qui pare che la temperatura sia più mite, forse perché il paesaggio svizzero è più verde. Veramente a Lugano si respira meglio e si gode maggiormente il bel panorama in un contorno di luci e di colori attraentissimo. 

Verso Bellinzona si percorre la sommità di una lunga vallata verde ed ubertosa. E’ costellata di case e paesi. E’ ricca di prati, pascoli, vigneti e frutta segmentata di zone di luci ed ombre chiazzate dalle montagne dell’altro versante in bellissimi effetti pittoreschi. Poi il treno scende verso il fondo valle che si restringe. Fiancheggia le alte montagne che cingono Bellinzona, un po’ troppo da vicino, quasi a difenderla da eccessive correnti d’aria. Il clima è tornato abbastanza elevato. 

La bionda è ora nostra amica e confidente. Si sa adesso che è scozzese. Parla benino l’italiano. Io preferisco che parli il suo idioma perché, a suo tempo, dovrò disimpegnarmi in Inghilterra nella sua lingua. E’ molto istruita, amabile, versatile, sa diverse lingue. L’impressione che suscita è del tutto diversa dal primo incontro. Si rende graditissima compagna di viaggio. Ci offre sigarette con disinvoltura insistendo presso John perché ne fumi una, avendole io detto che non  fumava. John rifiuta cortesemente e fa il proponimento che mai più si lascerebbe tentare dal fumo. Sarà mantenuto?

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