LA VIA CRUCIS di MARIO LUZI – venerdì 4 APRILE Duomo di Monza, ore 21.00


Vent’anni fa, il 28 febbraio 2005, nella sua casa fiorentina in via di Bellariva al 20, moriva Mario Luzi, mio Maestro e voce tra le più significative della poesia del Novecento. Un universo lirico, quello luziano, ove stupore, inquietudine, meditazione, pronunciamento, si innervano nella parola («vola alta parola») a dire la «maestà del mondo». Nella sua opera non è mai mancato l’impegno civile e a buon diritto si può dire che è stato un poeta civile nel senso più nobile del termine.

La Casa della Poesia di Monza, il Duomo e la città di Monza lo ricordano con “La Via Crucis” quindici poesie scritte su indicazione del pontefice Giovanni Paolo II che furono recitate ad ogni stazione della via crucis pre-giubilare, al Colosseo il 2 aprile 1999.

«Non era solo un dubbio di insufficienza e di inadeguatezza, era anche di più il timore che la mia disposizione interiore non fosse così limpida e sincera quanto il soggetto richiedeva» scriverà Luzi.

«L'offesa del mondo è stata grande. / Infinitamente più grande è stato il tuo amore»

Le quindici poesie della breve silloge non seguono le canoniche stazioni, ma accanto alla storia prende spazio il pensiero, le sue angosce, la paura, la preghiera: «Ciò che si prepara è nelle Scritture, / a quello ho ordinato i miei pensieri / punto per punto, eppure esito ancora, / farnetico che sia revocabile». Ed è la cifra umana di Cristo a risaltare, accanto a una fede incrollabile: «Tu entri nel groviglio umano e lo disbrogli / pure così lontano come sei nella tua eternità / da questi nodi delle esistenze temporali». La crocifissione assume le tinte di una lotta tra bene e male: il bene arriva a contenere persino il buio della morte:

Il male contro cui contendi
anche qui a le sue sedi, i suoi nascondigli.
A me come viatico soltanto l'amore è stato dato,
non ho avuto altra arma per difendermi. 
Mi prendono, mi portano dinanzi ai loro giudici.


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