John Lennon e Yoko Ono
La storia d’amore di John Lennon e Yoko Ono comincia il 7 novembre del ’66
all’inaugurazione della mostra “Unfinished
paintings and objects” di Yoko, a Londra. Lei, figlia dell’oceano, viene da una famiglia dell’altissima
borghesia di Tokio, con un padre importante che diventerà governatore
della banca centrale nipponica. Intellettuale,
impegnata in molte campagne civili, Yoko ha avuto un ruolo di dominio sia
economico, emotivo e sessuale nel rapporto con John. Lui è sicuramente è stato decisamente più fragile, ha sempre
visto nella sua compagna una figura materna e protettiva. “Yoko è una parte di
me. Io ho una mano destra, una mano sinistra e ho Yoko. Yoko sono io” –
dichiarerà spesso il musicista. L’amore per la giapponese vive una dimensione
di incantamento e di ammirazione. John manifesta nei suoi confronti una
devozione che è una sorta di simbiosi erotica mistica.
In questa lettera tutto il suo grande amore per lei: “Negli
ultimi dieci anni ci siamo accorti che ogni cosa che desideravamo si avverava a
tempo debito, buona o cattiva, in un modo o nell’altro. Abbiamo continuato a
dirci che uno di questi giorni avremmo dovuto organizzarci e desiderare solo
cose buone. Poi è arrivato il nostro bambino! Eravamo felicissimi e allo stesso
tempo ci sentivamo molto responsabili. Ora i nostri desideri avrebbero
influenzato anche lui. Abbiamo sentito che era ora di finirla con le
discussioni e metterci a rivedere i nostri meccanismi di desiderio: la Pulizia
Primaverile delle nostre menti! E’stato un lavoro grosso. Ci capitava di
trovare nei vecchi armadi della nostra mente cose che non sapevamo di possedere
ancora, cose che avremmo sperato di non trovare più. Facendo le pulizie,
abbiamo cominciato anche a notare molte cose che non andavano nella nostra
casa: c’era una mensola che non avrebbe mai dovuto neanche stare là dove stava,
un quadro che cominciava a non piacerci più, e c’erano due stanze tetre che
sono diventate luminose e ariose quando abbiamo buttato giù il muro che le
divideva.
Abbiamo cominciato ad amare le piante: e pensare che all’inizio
eravamo convinti che le piante ci rubassero l’aria! Abbiamo iniziato ad
apprezzare il ritmo frenetico della città che di solito ci disturbava.
Commettevamo molti errori e ancora ne facciamo. In passato abbiamo speso un
mucchio di energia per cercare di ottenere qualcosa che pensavamo di volere, ci
chiedevamo perché non riuscivamo a ottenerlo, per poi scoprire che uno dei due
o tutt’e due non lo volevano veramente. Un giorno abbiamo ricevuto
un’improvvisa pioggia di cioccolato da persone di tutto il mondo. “Ehi, che è
‘sta roba? Noi non mangiamo mica roba dolce! Chi è stato a desiderarla?” Ci
siamo messi a ridere. Abbiamo scoperto che quando tutt’e due desideravamo una
cosa all’unisono, succedeva più in fretta. Come dice la Bibbia, «là dove ci sono
due riuniti nel mio nome». E’ vero. Due sono tanti. Un potentissimo seme di
pulizia. Stiamo iniziando sempre di più a desiderare e pregare. Le cose che
abbiamo cercato di conquistare in passato facendo il segno della pace, adesso
cerchiamo di ottenerle attraverso il desiderio. Non lo facciamo perché è più
semplice. Desiderare è più efficace che sventolare bandiere. Funziona. E come
una magia. La magia è semplice. La magia è reale. Il segreto è sapere che è
semplice, e non ucciderla con rituali elaborati che sono segno di insicurezza.
Quando qualcuno è arrabbiato con noi, gli disegniamo nella nostra mente
un’aureola attorno alla testa. E lui smette di essere arrabbiato con noi? Be’,
non si sa. Sappiamo però che da quando gli disegniamo attorno l’aureola,
improvvisamente per noi inizia ad assomigliare a un angelo. Questo ci aiuta a
sentire affetto verso le persone, a ricordarci che ognuno ha una sua bontà
dentro, e che tutte le persone che vengono da noi sono angeli travestiti che ci
portano doni e messaggi dall’Universo. La magia è logica. Provateci qualche
volta. Abbiamo ancora molta strada da fare. Sembra che più facciamo pulizia,
più velocemente funzioni il processo di desiderare e ricevere. La casa adesso è
diventata molto comoda. Sean è bellissimo. Le piante crescono.
I gatti fanno le
fusa. La città risplende, che ci sia il sole, la pioggia o la neve. Viviamo in
un universo bellissimo. Siamo riconoscenti ogni giorno per la pienezza delle
nostre vite. Non è un eufemismo. Sappiamo che la città, il paese, la terra
stanno affrontando tempi molto duri e che si respira terrore. Però il sole splende
ancora, noi siamo ancora insieme e fra di noi c’è amore, e anche nella nostra
città, nel paese, sulla terra. Se due persone come noi stanno facendo delle
loro vite quello che ne stiamo facendo noi, ogni miracolo è possibile! E’ vero,
in questo momento ci farebbe comodo qualche grosso miracolo. Il punto è
riconoscerli quando ti succedono ed esserne riconoscenti. Prima si manifestano
in una forma ridotta, nella quotidianità, poi vengono a fiumi, a oceani.
Andrà tutto bene! Il futuro della terra è nelle mani
di tutti noi.”
New York, 27 maggio 1979
John Lennon a Yoko
Ono
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