Donne anni cinquanta


Questa poesia nasce l'otto marzo, nella Giornata Internazionale della donna, durante il laboratorio di poesia Ernesto Cardenal che si attiva settimanalmente con un gruppo di anziani presso la Casa di riposo San Pietro di Monza. Gino ha 92 anni e recita ancora a memoria versi dall'Inferno di Dante con una semplicità disarmante. La mattina trascorre fra i ricordi dei vecchi cortili, dell'odore di bucato e di borotalco che avevano le donne degli anni cinquanta.
Torno a casa con addosso una strana letizia.

















Donna dea desiderabile!
Bella come Venere, con le grandi gonne di cotone
un po' arricciate in vita dagli elastici
con le carni sempre bianche
al riparo dall’aria e dal sole
con i mutandoni lunghi fino al ginocchio
e il fazzoletto nero in testa
 
donne degli anni cinquanta
con l’abito di cotone per la casa
di lanetta, di flanella o di crepella con il pizzo per la chiesa
coi capelli ordinati sempre raccolti
nelle grandi trecce o negli chignon
tenuti fermi dalle forcine
 
con le ciabatte di pezza da portare in casa
e quelle di pelle per uscire la domenica mattina
con gli zoccoli dai chiodi rotondi, a cappella
che facevano rumore: tic toc e tac
donne che profumavano di cibo e di bucato
di borotalco. quello mentolato per gli arrossamenti
o di acqua di colonia concentrata: la Pacioli

donne con le mani sempre arrossate
per la fatica di lavare chine sul mastello e sull’asse
con l’acqua che bolle nella pentola
e la cenere per sbiancare e disinfettare lenzuola di canapa o di lino, cucite a mano

il fiume per sciacquare il bucato

i fili di ferro, nei cortili
per stendere al sole quando c’era caldo
i solai d’inverno per il calore del camino che arrivava dalla cucina
 
qualche patello per i propri bambini
dalla levatrice in cambio un cesto di uova
 
i sogni proibiti dei ragazzi
dietro a quella biancheria intima stesa ad asciugare.
 
 




 

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