L’universo di stelle di Hartle Hawking
Nella
precessione degli equinozi
punto
verso Thuban e la costellazione del drago
nel
caos del cielo
nel
desiderio di ordine di ogni mia costellazione
e mi perdo
navigante lontano dalla terra
viaggiatore nel deserto privo di sentieri
la ricerca della mia favola dell’universo
segue un’indicazione, un cammino
contadina e poi pastore
mi affido all’orologio della notte
per sfuggire all’oscurità del buio
fra le stelle Perseo si lancia in soccorso di Andromeda
Orione combatte il toro sbuffante
Boote raggruppa gli orsi attorno al polo
mentre lontano la nave degli Argonauti salpa alla ricerca del
vello d'oro.
E sarà lì che io ti ritroverò Hawking
mentre voli nello spazio che fu di Galileo
alla ricerca di quel tuo inizio senza confini
dell’universo che cercavi per stupirti
ti incontrerò fra le stelle
a cospetto degli dei e insieme agli eroi
con Achille e il suo scudo
e guarderemo da lassù la terra e il mare
e poi il sole e la luna piena
le Pleiadi, le Ladi, Orione, e l’Orsa
e andremo insieme alla ricerca dei poeti
udiremo il canto del pastore errante che - mira in ciel ardere le stelle-
la squilla - di Rainer Maria Rilke-
che si versa su le aiuole
limpida voce di celesti mondi. Furtiva, su le pallide betulle -
limpida voce di celesti mondi. Furtiva, su le pallide betulle -
e mentre Van Gogh, di notte, dipinge le sue stelle
Hermann Hesse ti tende le sue desiderose braccia
nel canto di Ungaretti, ubriaco di universo
nel canto di Ungaretti, ubriaco di universo
Antonetta Carrabs (inedito marzo 2018)
“…e quando miro in cielo arder le
stelle;
dico fra me pensando:
a che tante favelle?
che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? Che vuol dir questa
solitudine immensa? Ed io che sono?” Giacomo Leopardi
dico fra me pensando:
a che tante favelle?
che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? Che vuol dir questa
solitudine immensa? Ed io che sono?” Giacomo Leopardi
A volte sento un terribile bisogno
– oso dire quella parola? – di religione.
Allora esco fuori, di notte,
a dipingere le stelle. Van Gogh
– oso dire quella parola? – di religione.
Allora esco fuori, di notte,
a dipingere le stelle. Van Gogh
Ardono i vetri su la casa muta.
Tutto il giardino è un olezzar di rose
Alta distende su l'etere fermo,
tra i larghi abissi delle nubi bianche,
l'ali, la Sera.
Una squilla si versa su le aiuole,
limpida voce di celesti mondi.
Furtiva, su le pallide betulle
colme di sussurrìi, veggo la Notte
che accende lenta nello scialbo azzurro
le prime stelle. Rainer Maria Rilke
Tutto il giardino è un olezzar di rose
Alta distende su l'etere fermo,
tra i larghi abissi delle nubi bianche,
l'ali, la Sera.
Una squilla si versa su le aiuole,
limpida voce di celesti mondi.
Furtiva, su le pallide betulle
colme di sussurrìi, veggo la Notte
che accende lenta nello scialbo azzurro
le prime stelle. Rainer Maria Rilke
Così percorrono le stelle la loro orbita
inalterabili ed incomprese.
Noi ci contorciamo in mille vincoli.
Tu procedi di splendore in splendore.
La tua vita è un'unica luce.
Io dalle mie oscurità devo tendere
le mie desiderose braccia verso di te.
Tu mi sorridi e non mi comprendi. Hermann Hesse
Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle.
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze.
Sono stato
uno stagno di buio.
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio.
Ora sono ubriaco
d'universo. Giuseppe Ungaretti
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle.
Quale festa sorgiva
di cuore a nozze.
Sono stato
uno stagno di buio.
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio.
Ora sono ubriaco
d'universo. Giuseppe Ungaretti
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