Gabriele Fiorucci Bucciarelli

La bellezza non è un merito ma un valore aggiunto


Gabriele Fiorucci Bucciarelli, l’enfant prodige della moda italiana, l’anima del pret – a-  porter di lusso dal carattere brillante ed eclettico è un artista di grande talento, fra gli stilisti più amati. I suoi abiti sono indossati dalle donne più belle e famose del mondo. Una donna in particolare che ricorda fra tutte per qualche episodio significativo? Ho avuto il privilegio di disegnare abiti e vestire donne di grande fascino, donne importanti, donne bellissime, ma quella che ricordo di sicuro con una forte e mozione è Célin Dion. Ho disegnato e confezionato per lei degli abiti che le abbiamo spedito a Los Angeles. Per ringraziarmi Célin ha preso carta e penna, così come si faceva una volta, e mi ha scritto un biglietto bellissimo che ho incorniciato e custodisco gelosamente. Dopo qualche giorno mi ha invitato a raggiungerla e così sono partito per incontrarla. Che grande emozione per me! E’ stato un giovane assistente di Lancetti e Antonio Marras, due grandi stilisti italiani. Come nasce la sua passione per la moda? Cosa ricorda di loro e quanto hanno influenzato la sua arte?

Ho incominciato a disegnare a soli tre anni. Una passione che non mi ha mai abbandonato, neanche per un istante. Ero rapito dalla bellezza, da tutte le cose belle. Ricordo quanto mi perdessi ad osservare la mia mamma, quanto fossi affascinato dalla sua eleganza! Era bellissima con le sue perle, con i suoi abiti eleganti. Una donna che ha curato molto la sua immagine, che ha avuto cura e rispetto per il suo corpo. Ai miei occhi di bambino era lei l’unica, la più bella donna di classe fra tutte le donne del mondo. La sua perdita mi ha provocato un dolore lancinante per il vuoto incolmabile che ha lasciato nella mia vita. Ho cercato nel buio della sua assenza quella luce che mi ha portato poi a creare. E così ho fatto in modo che il buio e la luce, il nero e il bianco, questi colori primigeni, inalterati e puri, si potessero fondere in tutta la loro purezza, conducendomi a disegnare le mie collezioni.  Sia Lancetti, sia Marras mi hanno insegnato ad essere umile e semplice, ad amare l’essenza delle cose. Lancetti si fermava spesso a conversare con noi giovani allievi. Si concedeva senza limiti. Era un uomo che lavorava molto e amava il suo lavoro. Marras è stato l’unico stilista che ho visto dipingere con il pennello un sogno, la sua idea creativa e portarla alla luce con una naturalezza nei tratti e nei suoi gesti semplici. Entrambi mi hanno trasmesso grandi valori, mi hanno insegnato ad essere “umano” e libero nel perseguimento dei miei sogni, a non scremare o filtrare le emozioni, ma ad accogliere la creazione con la gratitudine di un dono.
I suoi studi l’hanno portata alla laurea in ingegneria. Quanto la sua formazione culturale ha influito sulla sua creazione, sulle sue simmetrie, sui suoi disegni?
Si, penso che i miei studi abbiano contaminato molto il mio istinto creativo. Ho un’idea numerica delle cose che mi ha portato ad ispirarmi a Ferrè, l’architetto della moda italiana. La matematica ci parla di perfezione e quindi di armonia, ed è lungo questa scia, questa strada fatta di equilibri, di perfezione ma anche di morbidezze di significato che la mia anima tende a ricongiungersi per alimentarsi di quelle geometrie che cerco di ricostruire con i tessuti e le linee, in un dialogo avvincente di pienezze raggiunte. Chi è Gabriele Fiorucci Bucciarelli? Sono una voce fuori dal coro. Non sono mondano e non faccio parte di quello scintillio di luci della ribalta. Amo molto leggere i classici: ho letto ben sei volte i Promessi Sposi. Amo molto sognare e rincorrere emozioni. Il mio cuore e la mia anima sono proiettati nel mondo comune, nella realtà di tutti i giorni, dove mi capita di cogliere, anche per strada, una piccola emozione, un segno, una riposta alla mia ricerca di significato. E allora mi fermo e l’afferro e, per non perderla, scrivo sul cellulare in modo che io possa farla mia, dopo. Di sicuro è il sogno l’elemento che più mi appartiene. Cerco con le mie creazioni di far felice le donne che, come me, amano ancora sognare e perdersi nell’incantamento della vita. Sono sempre alla ricerca del bello per poter creare abiti densi di sensualità e voluttuosità, ma allo stesso tempo intrisi di romanticismo. Attingo dalla luce mutevole del giorno e della notte il significato e l’essenza della vita attraverso i suoi valori e i suoi grandi significati. Cerco di trasmettere questi valori anche alla mia nipotina che ha 14 anni e sta studiando per potere un domani lavorare con lo zio. Come nasce un’idea? Quanta influenza hanno i suoi colori che spaziano dai gialli pieni, ai rosa cipria, all’oro e argento, uniti al bianco e nero nella creazione? O è il contrario? Le sue idee scaturiscono dal tatto delle sete e dei suoi tessuti altamente selezionati? Mi affido all’estro, alle mie emozioni e mi lascio guidare. E così ogni piccolo stimolo, ogni infinitesimale sensazione, ogni frammento di luce filtrata diventano idee e semi che raccolgo perché avverto che mi appartengono, che sono una parte di me. Poi sono i tessuti, i colori e le morbidezze delle sete che fanno il resto. Creare è magia. Tutto si palesa, si concretizza senza filtri e senza alterazioni, nel rispetto delle armonie universali, nella fusione dei colori puri, primigeni che amo come il bianco e il nero, colori puri nella loro essenza che ricordano il bene e il male. E come Claude Monet che dipinge le sue ninfee, cercando sempre quella stessa infinitesimale luce per poterle restituire fedelmente al mondo, Gabriele Fiorucci Bucciarelli crea sogni affinchè la bellezza e l’emozione possano essere isole di approdo felice per tutte quelle donne che amano ancora sognare.
 

 

Il mio articolo è stato pubblicato sul numero di marzo di LEI STYLE, nella mia rivista Maestri di stile. 

 

 

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