Il carcere insegna la tolleranza
In uno
spazio di circa nove metri quadrati vivono tre persone. E' importante essere tolleranti perchè così diminuiscono i litigi. Nella mia cella ci sono un letto a
castello e una branda. Lo spazio per vivere è veramente poco, se poi consideri
lo spazio occupato da un tavolo e tre sgabelli siamo al limite. Nonostante
tutto scatta in ognuno di noi quell'istinto di sopravvivenza che ti porta a
scegliere l'unica soluzione possibile che ti permette di andare avanti ed è il
rispetto per la condivisione degli spazi comuni. Nasce un senso di fratellanza
che diventa tipico di questo posto. Non importa da quale città vieni o da quale
Paese, in questo posto abbiamo un‘unica etichetta. Qui dentro non ci sono
titoli onorifici, nè diplomi o lauree. Siamo sottoposti tutti indistintamente
allo stesso trattamento ed è per questo che si crea un clima di fratellanza e
di amicizia. In un posto dove ti manca tutto quel poco che hai è
importantissimo, se poi lo condividi con gli altri hai trovato dei fratelli.
Sono alla mia prima (e spero ultima) carcerazione. Devo confessare che in un
luogo come questo non mi sarei mai aspettato di trovare delle brave persone,
migliori di molte altre che conosco libere all'esterno. Persone che ho
conosciuto in quarant'anni di lavoro, che vanno in chiesa alla domenica mattina
e poi non esitano a sfruttare il prossimo, persone che nascondono un‘aridità interiore tale da non
aver mai cercato di rendersi utili per il prossimo; persone che nessuno punirà
mai perchè non commettono reati. Il reato morale non è punito, nè perseguibile.
Chi vive fra queste quattro mura, anche se si è macchiato di un reato,
ha molta umanità. E' vero, ha sbagliato, anche più volte, ma ha
sofferto la carcerazione. Nessuno qui dentro ha mai cercato di prevaricare, di
usarmi violenza o di intimorirmi. Qui dentro la fratellanza e il rispetto verso
la persona è inviolabile. E' un rispetto che ti devi guadagnare però, in
maniera molto semplice: devi, a tua volta, essere rispettoso verso gli altri.
Ho conosciuto persone che hanno ancora dentro di sè il senso dell'onore, della
parola data, quella che deve essere mantenuta a tutti i costi: l'uomo d'onore
mantiene sempre la parola data. Si pensa a persone anziane, d'altri tempi,
invece no. Anche i ragazzi giovani alcune volte usano ancora il "voi"
quando ti parlano. Nonostante la loro giovane età la loro esperienza di strada
a volte è di gran lunga superiore alla tua. In questo luogo si è tutti uguali,
si hanno le stesse difficoltà e problemi. La tolleranza favorisce la
convivenza. Col passare del tempo poi scopri che probabilmente hai molto in
comune con i ragazzi giovani, forse più di quello che pensavi all'inizio. La
lunga convivenza porta anche a confidenze, e così scopri di avere avuto gli
stessi problemi. La vita si ripete. I
problemi con i familiari, con i fratelli, con le fidanzate, con i soldi sono
mali comuni, affrontati forse in maniera diversa. Alla fine ci si accorge di
essere uguali. E' un mondo parallelo che a volte si sovrappone, e allora scopri
che, tutto sommato, la convivenza con gli altri è possibile ovunque. Se consapevole che il ricordo di alcuni di
loro lo porterai con te, anche al di fuori di queste mura.
Dalla redazione Oltre i confini del carcere di Monza Testo di E.B.
Dalla redazione Oltre i confini del carcere di Monza Testo di E.B.
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