L'ateismo, elemento decisivo dell'uomo nuovo


Ernesto Galli della Loggia  - intervista
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Qualche anno fa ho avuto modo di intervistare Ernesto Galli della Loggia, in occasione della rassegna  Abitatori del tempo.  Il Cristianesimo, la sua immagine e il suo destino nell’epoca della modernità, il tema della conferenza.
 
 

Il destino del Cristianesimo, secondo il professore, è un destino di minoranza che segna la drammatica rottura rispetto al passato. La modernità vede l’espulsione della Chiesa. In un’era di grandi cambiamenti, i laici diventano importanti come non lo sono mai stati prima: la dialettica laici-gerarchia nasce proprio con l’epoca della modernità. La Chiesa è scesa sul terreno della politica, è obbligata a pubblicizzare se stessa. La verità del Cristianesimo  è che si è trovato preso come una tenaglia: da un lato il darwinismo, dall’altro l’antinaturalismo dello stoicismo. La naturalità è rimasta un disvalore. L’elemento decisivo dell’uomo nuovo è oggi l’ateismo. Il progresso, dal suo canto, aumenta a dismisura; le vecchie generazioni sono tagliate fuori, gli anziani vengono considerati relitti, perché incapaci di fare. E il corpo? Il corpo ha acquistato un rilievo culturale enorme. C’è l’effetto del narcisismo di massa, c’è un cambiamento di valori, dell’estetica, dell’apparire.

Il Cristianesimo sarà destinato a scomparire? - gli domando.

In quanto istituzione e organizzazione, la Chiesa di Roma ha dimostrato di esser ben organizzata se ha resistito così a lungo in tutti questi anni, mi risponde con fermezza. Due le questioni che rimangono nel cuore della modernità: l’identità e il limite. L’identità rappresenta un problema per la Chiesa, ha a che fare con l’Occidente il quale ha deciso che la sua identità si allontana dal Cristianesimo. Il limite si pone invece con le società della modernità le quali non possono continuare sulle strade produttive senza prima scontrarsi con un limite. Prima o poi ci sarà uno scontro, un’impossibilità di andare oltre.

Chiedo a un frate francescano del santuario della Madonna delle Grazie di Monza il suo pensiero sulle dichiarazioni di Ernesto Galli della Loggia
 
 














L’elemento decisivo dell’uomo nuovo è l’ateismo?

Io mi chiedo: chi sono gli atei? Ci sono gli atei? L’ateo è qualcuno che non crede in qualcosa. Deve esserci un qualcosa in cui non credere. Se non credi in Dio, per non credere devi avere qualche immagine di questo Dio che fai tua per dire che non c’è. C’è, quindi, qualcosa che tu neghi che c’è. Secondo me gli atei non esistono. Lo sa che in ogni credente vi è anche un non credente? La fatica del credere fa parte della speranza del credente. L’uomo vuole controllare, vuole diventare controllore. Lo sta controllando davvero il futuro? C è questa pretesa dell’uomo di prendere le distanze da Dio, di non voler dipendere da Dio. In questo modo viene meno nell’uomo la caratteristica dell’uomo stesso. L’uomo è fatto di dipendenze e questo è un dato di fatto. Si può accettarlo, rifiutarlo, combatterlo, manifestarlo. La Chiesa non è in declino. No, assolutamente no! Anzi più che mai, in questo periodo, la Chiesa si sta accorgendo di quanto sia più forte il bisogno di sapere e di spiritualità. E la Chiesa dà la sua risposta a tutte le domande che le vengono rivolte. Ha la pretesa di essere la risposta vera? Si.
 
 

 
 

 

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