Perduta nel fogliame di maggio

Poi la sosta.
 
Nel silenzio seminascosto dagli alberi
un'anima si stacca dalla città che muore al tramonto
fra tempo e tempo.
Improvvisamente.
 
 
La luce piovigginosa cresce
sale con la sua insolvenza
 
e distilla il suo chiarore nelle tenebre.
Mi accorgo di te.
Sei perso nel fuoco bianco dell'aria acquosa
pronto al nuovo germoglio
libero di volare verso la meta.
 
 
Appena sopra il fiume
una spiga.
 
Non perdo il filo della vista
e ti seguo fino al primo albicare.
 
Notte fu presto piena.
 
Il ricordo di te lo cerco nel vento
che spira sul bosco e le sue fertilità.
La morte sprigiona la potenza dell’amore.
 
Anima mia
non c’è luogo a decifrarlo.
 
Il tuo soffio  vocifera tra la tenebra e il sole
e io non smetto di cercarti fra le lacrime
dove la mia anima più punge.
 
Sono senza scudiero né scorta
perduta nel fogliame di maggio
che ti ha strappato per sempre ai nostri filamenti.
 
Sei addormentato nella tua carne
ma io posso scorgerti sulle siepi ancora irte
nel mattino della stanza
in ogni mio cominciamento
nel futuro che si approssima al presente.
 
Rientra al tuo nido, adesso
perché il freddo per te non sia più freddo.
 
Io ritorno al mio doloroso grumo
nel travaglio delle mie cellule.
 
E ti aspetto
domani
 
 



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