Donna, bocca di fonte.
Sei armonia inturbinata nello spazio di natura
sull’alba dei prati
in certi venti
nelle distanze
innominate.
Sei nell’aria
in compagnia di fiori,
tralci e frutti
sugli alberi dove
dimorano gli angeli
nella traccia interminata
di polifonia di cielo equinoziale
fra due stelle
nei giorni che
rinascono dai giorni
nella voce della
pioggia
tra le rive stellate
nell’azzurro dei monti
Oggi posati su questo cielo che è già primavera
e, nel più vivido
travaglio di acqua e aria
lasciati guardare
quando un attimo
t’illumini
tutto dal principio.
Donna
sei la voce più vicina
al sole
che s’inarca e tocca
il mare.
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