Monza e il respiro degli alberi
“…alle selve, alle foglie dei boschi/ è
dolce primavera. (Virgilio)
Il Parco! Fra le sue fronde
stormisce il mondo, le radici degli alberi affondano nell’infinito. E sono
migliaia di germogli verdi e steli tesi verso l’alto. Tutto trepida, tutto si
prepara, tutto sogna e sboccia in una sottile febbre del divenire, diffondendo
le note e i profumi di una primavera che
incontra sugli alberi la pienezza del mondo. E’ la vita che spunta nella sua
completa manifestazione della forza e della bellezza in una bianca e spumosa
fioritura. Vagando per il nostro Parco si è attratti e allietati dall’armonia
dell’antica vegetazione, sedotti da
scorci improvvisi e nobili vedute, dalla facciata della Villa Reale. Non si
tratta di natura e vegetazione spontanea, ma di spirito, cultura, volontà che, ancora
oggi, rivelano le loro antiche origini.
Monza coi suoi nidi fioriti
nel
brulicante mulinello del silenzio degli uccelli
stamani riposa.
Rincorro nella pienezza del parco
i sussurri dei palpiti d’ala
lungo il rivo che si snoda con curva leggera
nel turbinio di qualche foglia soffiata tra le cime.
Il trifoglio
la rosa scarlatta
l’incenso del tiglioe il respiro dello zefiro
che arriva sui baccelli della ginestra matura.
E’ un gorgoglìo al pari del respiro degli alberi
nei mattini, nelle sere d’ombra
fin dentro le fenditure dei
silenzi succhiati da questo cielo lombardo
che stormisce lungo l’abetaia
appena scompigliata dal chiaro della luna.
Pulsa
strapazza di fioriturepoi spasima di pioggia e di schiarite
e indugia sul mio fiume dove la corrente cerca la sua via.
Nella profondità dell’aria i
fianchi dei monti
e più in là il silenzio
ruscellato dalle acque livide
di fresco.
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