Lei mi sta a guardare


 

 

 















Cime di ore e di voli
appena unificate
dal nulla della mia deflagrazione.

Il compimento. Dove?

Nell’universale grembo dei miei affluenti?
Nel fluire dello spazio impercettibile?
Nell’universo che migra dentro l’affitto del mio cuore?

La mia voce entra
si spande nel gomitolo del fiume
e si approssima fin dentro la forza del mio annullamento.

Lo risale. Questo sicuramente!

Prossima d’orizzonte
sminuisco la radice della mia anima
sui rialti abbacinati della mia stessa vita.

Sulla riva
oltre i vagiti delle mie acque singhiozzate.

Lei mi sta a guardare
lei, la mia vita.

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