IL MUSEO DELL'INNOCENZA di ORHAN PAMUK
Dalla redazione del giornale OLTRE I CONFINI dei detenuti di Sanquirico, la recensione di Andrea al libro di Orhan Pamuk
L'ALTRO PUNTO DI VISTA
Prima di riassumere il libro vorrei inaugurare un nuovo
scaffale letterario all'interno della biblioteca (lo chiameremo "L'altro
punto di vista" dall'omonimo libro dei Eric -Emmanuel Schmidt di cui
seguirà a breve la recensione) che potrebbe essere un'occasione di confronto, o
almeno un tentativo. Il consiglio di quest'opera di Pamuk arriva direttamente
dal Capoposto delle aule, Davide, e dal momento che è piaciuto non solo a me,
celebro questa sua apertura verso il detenuto che potrebbe allargarsi.
CITAZIONE "Era l'istante più felice
della mia vita, e non me ne rendevo conto. Se l'avessi capito, se allora
l'avessi capito, avrei forse potuto preservare quell'attimo e le cose sarebbero
andate diversamente? Si, se avessi intuito che quello era l'istante più felice
della mia vita non mi sarei lasciato sfuggire una felicità così grande per
nulla al mondo".
"In realtà nessuno si
rende conto di vivere l'istante più felice della propria vita nell'attimo in
cui lo sta vivendo". Orhan Pamuk, scrittore turco narra
la storia del protagonista Kemal negli anni Settanta, in una Istanbul divisa
tra la voglia di aprirsi al lusso dell'occidente e quella di rinchiudersi nelle
tradizioni più conservatrici. Kemal si piega alle leggi turche e rinuncia alla
storia d'amore con la cugina Füsun. La sua vita si sgretola e, per rimetterne
insieme i pezzi, decide di collezionare gli oggetti appartenuti all'amata ormai
perduta. Solo per poterli guardare, annusare, toccare. Quando la sua esistenza
subirà una nuova e dolorosa svolta, quegli oggetti diventeranno il "Museo
dell'innocenza", testimonianza eterna del suo amore per l'uomo. La storia
è raccontata due volte: dapprima attraverso il resoconto di un giovane
cristallizzato nel ricordo e, in seguito, mediante la verifica di un presente
che permette il ritorno ai luoghi, alle situazioni, perfino ai volti del
passato.
In questo contesto si sviluppa
l'amore tra Kemal e la cugina Fusun; una sua lontana parente di condizioni
modeste. Contestualmente il fidanzamento e il mancato matrimonio con Sibel, di
famiglia benestante. Kemal e Sibel si erano illusi;
l'illusione nasce dal finto concetto di libertà e modernità, accentuata
dall'aver fatto l'amore prima del matrimonio. Nella loro relazione si
manifesta la condizione della gioventù confusa e senza riferimenti. La salvezza per Kemal consisterà nel possedere un oggetto,
retaggio di quell'attimo prezioso con la sua amata in una sorta di panteismo
cosmico partendo dagli oggetti della quotidianità e allargandone la
prospettiva. La storia è sempre sospesa sul crinale tra peccato e innocenza.
Gli oggetti di vissuto quotidiano sopravvivono a quei momenti felici e
conservano i ricordi, i valori, i profumi di quegli attimi con maggior fedeltà
di quanto faccia la persona che gli procura quella felicità. Kemal diventa
dipendente da quegli oggetti. Da una parte ne aveva bisogno per alleviare la
sua sofferenza, dall'altra voleva liberarsene perchè gli ricordavano la sua
malattia. Un oggetto banale apre nuovi orizzonti, diventa l'autentica dimora aggiungendo
poesia e note musicali. Consente di emanciparsi dal senso del tempo. Il tema è
la definizione della felicità. Come
trasformarla da emanazione temporanea che proviamo quando stiamo bene, a serenità duratura che
deriva dalla realizzazione personale. Il rapporto con l'altro sesso è una
conseguenza e una crescita dovuta alla consapevolezza di dover attraversare
fasi negative: sono queste che fanno intervenire la nostra parte volitiva,
vitale. Per essere duratura la felicità deve superare le avversità delle
circostanze.
Per ogni lettore che, nonostante
l'età del consumismo sfrenato e del capitalismo, voglia ancora attribuire la
giusta importanza alle passioni vere, tenace, indomite. Da un punto di vista
femminista l'autore si interroga sui nuovi simboli dello scontro e dell'interrelazione
delle culture. Tra pregiudizio e libertà, la visione tradizionale della donna e
dei rapporti di coppia entra in conflitto con i desideri delle nuove
generazioni, con la loro volontà di una maggiore elasticità, non legata solo
alla questione della verginità prima del matrimonio. Vuole migrare dalla
mentalità corrente per suscitare, condizionare, ridimensionare la possibilità
di costruire una famiglia in futuro indipendentemente se l'amore sia proibito
dalle convenzioni e dalla morale. Tuttavia per contraltare ogni pagina non è
impermeabile al dolore del protagonista. Il lettore diventa visitatore di
questo museo, e si culla tra il presente e il futuro, sfoglia il catalogo degli
oggetti. Commuove e ci si lascia trasportare dall'empatia, anche se la
scrittura è fluente, ma alcuni passaggi rischiano di finire in digressioni
noiose e scolastiche. Il finale a sorpresa mette in
scena l'aridità, imposta dalla società del benessere. La Turchia, un impero
sfasciato dalla modernizzazione e laicizzazione,
che hanno innescato un processo di
frazionamento.
STORIA
La
curiosità sorge spontanea come la domanda che si riferisce al protagonista del
libro. Quali aspetti del protagonista Kemal sono derivati od estrapolati dal
fondatore della Turchia Kemal Ataturk nel 1923? Quale la connessione con il suo
amore storico nascosto per la curda Fusun? A margine della storia si intravede
la presa di posizione netta dell'autore da un lato per il mantenimento della
cultura orientale del suo paese da non far combaciare obbligatoriamente con
l'aspetto arcaico mistico religioso islamico, dall'altra la spinta verso
l'occidentalizzazione intesa come la continuazione della laicità statale e non
il progresso occidentale nel rifiuto di una visione manichea del mondo.
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI:
Ogni
luogo è Taksim di Denis Yurcel (Amnesty International Turchia)
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