Johnny Depp e Kate Moss


 
Erano gli anni Novanta a New York. Lo stile grunge era ovunque: jeans strappati a vita alta, crop top o maglie corte e larghe, chiodo, anfibi, camicie sbottonate e colorate.  Un look trasgressivo per manifestare un certo malessere. Fu in quel periodo di grandi contestazioni che Johnny Depp conobbe Kate. Era appena uscito da una lunga relazione con l’attrice Winona Ryder, conosciuta sul set di “Edward mani di forbice”. Kate viaggiava in lungo e largo tra una settimana della moda e l’altra. “Appena ci siamo rivolti la parola, ho capito che saremmo finiti insieme.” dichiarerà la modella. Inutile dire quanto la loro storia fece parlare i giornali. Il loro amore fu intenso e passionale, mai monotono. Un amore giovane, immaturo e acerbo, di una giovinezza alcolica e alterata dagli stupefacenti. Un amore fatto di cocktail, di sesso, droga, rock’n’roll e mondanità. Si erano incontrati nel mese di gennaio del ’94  al Cafe Tabac di Manhattan. Si innamorarono in maniera dirompente. 
 
Kate era bella e selvaggia, spesso ingestibile; lui un uomo affascinante, talentuoso, ma enigmatico. Anche se la loro storia d’amore è durata soltanto quattro anni, è diventata di certo leggendaria anche per la trasgressione con cui fu vissuta, fra party meravigliosi e vacanze esotiche, fiumi di champagne e uso di droghe più estreme. Kate e Johnny passavano dalle effusioni amorose più dolci ai litigi furibondi vissuti nelle tante stanze d’albergo che puntualmente devastavano. Si sono amati molto: lui la guardava come se fosse la donna più bella e affascinante dell’universo e lei, immancabilmente si perdeva nei suoi occhi. Kate aveva un carattere difficile e con tante insicurezze: dalla gelosia alla dipendenza da alcol e droga. Johnny la lasciò durante il Festival di Cannes del 1997 perché stanco di una vita così estrema.
Avvertì il bisogno di trovare un po’ di pace e stabilità nella sua vita. Kate non la prese affatto bene e cadde in un oscuro vortice di depressione e sregolatezza. A differenza dell’attore, la Moss ha sempre confermato di aver sentito la mancanza di Depp per molti anni a venire.  «Nessuno si era mai davvero preso cura di me - aveva dichiarato alla stampa - ma Johnny per un po’ ci è riuscito. Io gli credevo. Quando è finita la nostra storia mi è mancato il confronto con qualcuno di cui mi fidassi. Un incubo, anni e anni di lacrime. Oh, quante lacrime ho versato!». La rivista inglese Look scrisse di Johnny «La sua vita a quel tempo era votata ai party e alle serate alcoliche e così superò quel momento senza nemmeno rendersi conto del dolore che aveva lasciato dietro di sè». La vita della Moss, per il grande dolore, divenne senza controllo. Non c’era party a cui non andava. Beveva in continuazione tanto da accreditarsi il soprannome “Tank” (cisterna). Come tante altre celebrità la modella è scivolata nel vortice di una vita sbandata. Dopo anni è riuscita ad uscirne,  salvaguardando la sua immagine nel mondo della moda.


Mia madre, che faceva la barista, quando ho iniziato a 15 anni a fare la modella  mi diceva: “Non puoi essere normale? A Croydon, dove sono cresciuta, c’era una mentalità perbenista anti-fumo, anti-alcol, anti-stravaganze. Io invece facevo tutto, perché erano le cose che facevano le ragazze fighe. Quando tornavo dai viaggi alla nostra auto senza aria condizionata, alla casa senza piscina mi dicevo: io qui non ci resto». Johnny, dopo un periodo di depressione che lo porta a contatto con l'alcol e la droga, dovrà fare i conti con i disturbi mentali a seguito della morte dell'amico e collega River Phoenix, deceduto per overdose. In un'intervista del 1993 a "Talk" dichiarò: "Il mio corpo è un diario in un certo senso. È come usano fare i marinai per i quali ogni tatuaggio significava qualcosa. Un determinato periodo della vita, un evento bello o brutto, viene inciso sulla propria carne. Se lo si fa da soli con un coltello o ci si fa fare un tatuaggio da un artista professionista è la stessa cosa".

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