Elvis Presley e Priscilla
"Non penso che troverò mai un altro uomo che amerò come ho
amato Elvis. E' senza senso cercare di paragonarlo a chiunque altro. Certo,
alcuni uomini con i quali sono stata sono stati importanti, ma Elvis fu il mio
primo amore e sarà il mio ultimo. La gente si chiede perché nessuno ha fatto niente? Bene, non è vero. La
gente nel gruppo lo faceva, ma non potevi dire a Elvis Presley cosa fare. Non
potevi. Voglio dire, saresti stato fuori di lì in men che non si dica. Ci
provavano ma non c’era modo di riuscirci". Elvis
era il Re del Rock, il genio della musica pop, capace di trascinare, in
un’isteria collettiva, migliaia di ragazzi di tutto il mondo. Viveva nel suo
regno di Graceland, a Memphis. Le sue giornate erano scandite dai soliti ritmi:
si svegliava con fatica, intorno alle quattro del pomeriggio, a causa dell’uso
che faceva di sonniferi e droghe. Per colazione le sue omelette e la pancetta
affumicata fritta, le patate al burro e il succo d’arancia. A 42 anni pesava
115 chili su un metro e ottanta e sei centimetri di tacco. Mangiava a tutte le ore e sempre lo stesso
piatto del Sud e di sua madre: mezzo chilo di pancetta affumicata fritta, purè
di patate con sugo di carne, crauti, piselli e pomodori a fette. Il frigo nella
sua camera da letto era sempre pieno di spuntini. E’ capitato più volte che,
nel cuore della notte abbia mandato il suo cameriere a comprare grandi quantità
di dolci. Preferiva mangiare sempre con le mani. Non era mai da solo, c’era
sempre qualcuno che vegliasse su di lui. L’alimento preferito era un sandwich
lungo 30 centimetri con bacon, burro di arachidi e marmellata di fragole.
Lo ricordiamo
quasi sempre vestito di bianco, con le camicie dal colletto rialzato e una
corta cappa, la cintura con una grande fibbia e sul petto un’aquila azzurra,
rossa e dorata. La sua massima cura erano i capelli che impomatava con la Royal
Crown Pomade che usava fin da ragazzino. Durante le ultime ore che anticiperanno
la sua morte, Elvis intorno alle dieci di sera va a trovare il suo dentista. Fa
ritorno a casa a mezzanotte e mezza; alle due del mattino si sveglia, è
nervoso. Gli è passato l’effetto dell’anestesia e ha un forte dolore ai denti. Chiede
delle pillole di Dilaudid, un analgesico potentissimo: ne ingerisce ben
sei. Alle 5 assume un’altra dose di pillole e un paio di ore dopo ingoia altre
pasticche. Alle 8.30 Delta Mae Biggs
gli porta l’ennesima dose di medicinali.
E sarà in quei minuti che Elvis verrà
ritrovato in bagno riverso a terra, cianotico. Si pensa subito ad una overdose.
Lo portano immediatamente al Baptist Memorial Hospital, ma il Re
del rock'n'roll, al suo arrivo, viene
dichiarato morto. L’autopsia rivelerà che nel suo corpo c’erano quattordici
sostanze chimiche diverse. E’ il 16 agosto 1977. E’ la fine del Re, ma non
della sua leggenda. Priscilla ha poi dichiarato che
Elvis cominciò ad essere dipendente dalle pillole quando era nell'esercito
americano, in Germania. Le davano ai soldati per tenerli svegli. Lui era di
guardia, a quel tempo. C'erano manovre che doveva eseguire a tarda notte, così
ai ragazzi venivano date delle pillole, e fu così che cominciò a prenderle. E
se prendi un sonnifero, devi fare qualcosa per riuscire a svegliarti... Lui si
trovava in un terreno inesplorato, davvero, e fece questo e tentò di farlo
da solo.
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